Attacco aereo su chiesa cattolica a Gaza: tre vittime, Netanyahu parla di “errore”

Veronica Robinson

Luglio 18, 2025

Il conflitto in Medio Oriente continua a provocare gravi conseguenze umanitarie. Il 17 luglio 2025, un attacco aereo israeliano ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, ferendo il parroco padre Gabriele Romanelli, noto amico di Papa Francesco. La premier italiana Giorgia Meloni ha definito questi attacchi contro i civili “inaccettabili”, sottolineando la necessità di proteggere la popolazione innocente. Nella stessa giornata, il ministero della Salute di Gaza ha registrato almeno 94 morti in sole 24 ore, di cui 26 vittime erano in fila per ricevere cibo.

Israele e le agenzie umanitarie

Israele ha deciso di non rinnovare i visti per i dirigenti di tre agenzie delle Nazioni Unite attive a Gaza, inclusi l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), l’agenzia per i diritti umani (OHCHR) e l’agenzia per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Secondo Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, questa decisione è stata presa in risposta all’impegno di queste organizzazioni nella protezione dei civili palestinesi. Durante un incontro del Consiglio di Sicurezza, Tom Fletcher, responsabile degli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha evidenziato come il loro mandato non si limiti a fornire assistenza umanitaria, ma comprenda anche la denuncia di violazioni del diritto internazionale.

Fletcher ha avvertito che ogni volta che il personale ONU riporta ciò che osserva, corre il rischio di un accesso ridotto per aiutare i civili. Ha affermato che la situazione a Gaza è particolarmente critica, con tensioni elevate tra l’advocacy e la fornitura di aiuti.

Raid aerei e vittime civili

Il ministero della Salute di Gaza ha riportato che nelle ultime 24 ore, i raid aerei israeliani hanno causato almeno 94 morti tra i palestinesi, con 367 feriti trasportati negli ospedali. Da maggio, con l’avvio di un controverso programma di distribuzione alimentare sostenuto da Stati Uniti e Israele, il numero di palestinesi uccisi in cerca di aiuti ha superato le 877 unità, mentre i feriti hanno raggiunto quota 5.666. Il bilancio totale delle vittime dall’inizio del conflitto ammonta a 58.667 morti e 139.940 feriti.

Solo il 17 luglio, diverse zone della Striscia di Gaza hanno visto un aumento delle vittime, inclusi tre morti a causa dell’attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia, quattro nel campo profughi di Bureij e tre in un edificio residenziale a Gaza City.

Possibili sviluppi diplomatici

Notizie recenti suggeriscono che un accordo di tregua potrebbe essere più vicino. Secondo Axios, mediatori provenienti da Qatar, Egitto e Stati Uniti hanno presentato una proposta che prevede un cessate il fuoco di 60 giorni, il rilascio di 10 ostaggi e il miglioramento degli aiuti umanitari a Gaza. Questo sviluppo potrebbe rappresentare una svolta significativa nelle negoziazioni tra Israele e Hamas.

Reazioni internazionali all’attacco alla Chiesa

L’attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia ha suscitato una condanna unanime a livello internazionale. La Francia, attraverso il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot, ha descritto l’azione come “inaccettabile” e ha espresso solidarietà al Patriarcato latino di Gerusalemme. Anche il Vaticano ha espresso profonda tristezza per le vittime e ha chiesto un immediato cessate il fuoco. Papa Leone XIV ha inviato un messaggio di vicinanza al parroco e alla comunità colpita, rinnovando l’appello per un dialogo e una pace duratura.

Situazione in Siria e nuove tensioni

In un contesto di crescente instabilità, l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha riportato un raid israeliano nei pressi di Sweida, nel sud della Siria, dopo il ritiro delle forze governative. Questo attacco segue scontri tra combattenti drusi e tribù beduine, che hanno causato quasi 600 morti. La situazione in Siria rimane tesa e complessa, con il rischio di un ulteriore deterioramento delle condizioni di sicurezza nella regione.

La comunità internazionale continua a monitorare da vicino gli sviluppi in Medio Oriente, mentre le conseguenze umanitarie del conflitto si aggravano.

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