La recente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ha segnato un cambiamento cruciale nella gestione della malattia renale cronica in Italia, grazie alla riclassificazione delle gliflozine da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). A partire dal 2025, questi farmaci sono ora inclusi nella fascia A dei prodotti rimborsabili, eliminando la necessità di compilare piani terapeutici da parte degli specialisti. Questa novità consente ai nefrologi di ottimizzare il proprio tempo e migliorare l’accesso alle cure, come affermato da Luca De Nicola, presidente della Società Italiana di Nefrologia (Sin). La semplificazione burocratica rappresenta un passo significativo verso la riduzione delle liste d’attesa.
Impatto della semplificazione burocratica
La rimozione dell’obbligo di redigere piani terapeutici per le gliflozine permette ai nefrologi di concentrare le proprie energie sulla cura dei pazienti. De Nicola sottolinea che il tempo risparmiato nella burocrazia potrà essere utilizzato per fornire visite più approfondite o per seguire un numero maggiore di pazienti. Questo è particolarmente importante, considerando che i pazienti dovranno ora rivolgersi al medico di medicina generale per ricevere le prescrizioni, semplificando ulteriormente il processo di accesso al trattamento. Le gliflozine si sono dimostrate efficaci nel rallentare la progressione della malattia renale, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti e a ridurre il rischio di complicazioni.
Le gliflozine e la loro importanza clinica
Luca De Nicola definisce le gliflozine come una vera e propria conquista nel campo della nefrologia, in grado di ridurre del 40% la progressione della malattia renale verso la dialisi. L’uso tempestivo di questi farmaci, in particolare nelle fasi iniziali della malattia, può ritardare l’insorgenza della dialisi fino a 20 anni. Il presidente della Sin auspica che la riclassificazione delle gliflozine possa estendersi anche ad altri farmaci a basso costo, che rappresentano una risorsa fondamentale nella lotta contro la malattia renale cronica e che potrebbero migliorare ulteriormente le prospettive di trattamento per i pazienti.
La crescente incidenza della malattia renale
La malattia renale cronica è una condizione spesso sottovalutata, ma estremamente diffusa, che può portare a gravi complicazioni. De Nicola avverte che nei prossimi anni potrebbe diventare la quinta causa di morte nei paesi occidentali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già identificato questa patologia come una priorità di salute globale. La malattia tende a manifestarsi dopo i 55-60 anni e colpisce principalmente la popolazione anziana. Fattori come diabete, obesità e ipertensione contribuiscono a questa epidemia, con costi elevati per il sistema sanitario: il trattamento di un paziente in dialisi può arrivare a costare fino a 50.000 euro all’anno, gravando notevolmente sulle risorse disponibili.
Proposte per uno screening efficace
Entro la fine del 2025, è prevista l’approvazione di una legge che stabilisce uno screening per la malattia renale cronica nei soggetti a rischio, come quelli affetti da ipertensione e diabete. Attualmente, solo il 10% dei pazienti è consapevole di avere questa condizione, poiché nelle fasi iniziali non presenta sintomi evidenti. De Nicola, insieme a figure politiche come Giorgio Mulè e Anna Rita Patriarca, sta promuovendo la realizzazione di screening su pazienti di età compresa tra i 55 e i 75 anni. Attraverso test semplici e a basso costo, come la creatininemia e l’analisi delle urine, i medici di medicina generale potranno identificare i pazienti a rischio e indirizzarli tempestivamente ai nefrologi, facilitando così un intervento precoce.
La sfida della prescrizione e l’inerzia terapeutica
Le gliflozine sono disponibili in Italia da circa 15 anni, ma la loro prescrizione è stata ostacolata da barriere amministrative. De Nicola evidenzia che, grazie alla recente iniziativa dell’Aifa, queste barriere sono state eliminate. È essenziale che i medici, siano essi di medicina generale, diabetologi o nefrologi, prescrivano tempestivamente i farmaci per massimizzare la loro efficacia. L’obiettivo è allontanare la necessità di dialisi e, possibilmente, raggiungere la remissione della malattia. L’uso di gliflozine, finerenone e semaglutide segna l’inizio di una nuova era nella gestione della malattia renale cronica, rendendo il trattamento più efficace e accessibile per i pazienti.