Il 18 luglio 2025, il Centro Parkinson dell’ASST Gaetano Pini-Cto di Milano ha annunciato un significativo progresso nella gestione della malattia di Parkinson. Grazie all’implementazione di un innovativo algoritmo, in grado di analizzare l’attività cerebrale dei pazienti sottoposti a stimolazione cerebrale profonda (DBS), si apre una nuova era nella personalizzazione delle terapie. Questo sistema, che utilizza l’intelligenza artificiale, permette di prevedere l’evoluzione della malattia e di adattare le cure in modo tempestivo.
Un algoritmo innovativo per la gestione della malattia di Parkinson
La ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista ‘Npj Parkinson’s Disease’ del gruppo Nature, ha dimostrato la possibilità di monitorare i pazienti direttamente a domicilio, modificando il trattamento in base ai dati forniti dall’intelligenza artificiale. Il Dottor Ioannis U. Isaias, direttore del Centro Parkinson, ha messo in evidenza come questo approccio consenta di “leggere nel futuro” della malattia, fornendo stime sull’evoluzione clinica con un anticipo di una settimana. Tale metodologia offre la possibilità di intervenire in modo più efficace sulla terapia di neuromodulazione, migliorando i risultati per i pazienti affetti da questa patologia complessa.
Il progetto è frutto di una collaborazione con l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove giovani ricercatori come il Dottor Salvatore Falciglia e la Dottoressa Laura Caffi stanno portando avanti un dottorato di ricerca in Biorobotica. La ricerca è stata co-tutelata anche dalla Dottoressa Chiara Palmisano dell’Università di Würzburg in Germania, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale nel settore della salute.
Collaborazioni e impatti sul trattamento dei pazienti
La Fondazione Pezzoli per la malattia di Parkinson ha avuto un ruolo fondamentale nel sostenere le attività di ricerca presso il Centro Parkinson del Royal Botanic Gardens. Il presidente della Fondazione, Gianni Pezzoli, ha dichiarato che l’impegno della Fondazione si traduce in progetti concreti volti a migliorare le cure, spaziando dalle terapie preventive a quelle più avanzate.
I pazienti coinvolti nello studio hanno ricevuto un nuovo stimolatore durante un intervento chirurgico eseguito dall’équipe del Dottor Marco Locatelli presso il Policlinico di Milano. Questa struttura fa parte di una rete di collaborazioni che comprende anche l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e l’IRCCS San Gerardo di Monza. Ogni anno, il Centro Parkinson Pini-Cto accoglie oltre 7.000 pazienti, con più di 1.500 nuovi accessi, che evidenziano la crescente domanda di trattamenti efficaci.
Il Dottor Salvatore Bonvegna, responsabile dell’ambulatorio di Neuromodulazione, ha spiegato che la stimolazione cerebrale profonda implica l’impianto di elettrodi in aree mirate del cervello, come il nucleo subtalamico o il globo pallido interno. Un intervento neurochirurgico ben eseguito è cruciale per il successo del trattamento, poiché gli elettrodi sono connessi a un pacemaker sottocutaneo che regola gli impulsi elettrici diretti al cervello.
Innovazioni nella stimolazione cerebrale profonda
I recenti sviluppi consentono di adattare in tempo reale la stimolazione in base all’attività cerebrale del paziente, portando i nuovi dispositivi a rappresentare una svolta nel trattamento della malattia di Parkinson. A differenza della stimolazione convenzionale, che mantiene parametri fissi, la DBS adattativa modula la corrente in tempo reale, offrendo un intervento terapeutico più mirato. Il Dottor Isaias ha osservato che oltre l’80% dei pazienti preferisce la stimolazione adattativa per la sua maggiore efficacia.
Questo studio apre a futuri sviluppi, con l’eventualità di implementare “neuroprotesi intelligenti” che potrebbero portare a un completo recupero funzionale per i pazienti. La Dottoressa Paola Lattuada, direttore generale dell’ASST Gaetano Pini-Cto, ha evidenziato l’importanza di queste innovazioni per stimolare l’interesse verso la stimolazione cerebrale profonda in Italia, dove attualmente solo 300 dei circa 2.000 pazienti potenzialmente beneficiari vengono sottoposti a questo intervento ogni anno. La sinergia tra specialisti e il supporto delle strutture sanitarie rimangono essenziali per il successo di queste terapie avanzate.