Quarant’anni dal disastro della Val di Stava: una tragedia da ricordare

Veronica Robinson

Luglio 19, 2025

Poco dopo mezzogiorno del 19 luglio 1985, un evento catastrofico colpì la valle di Stava, situata nel comune di Tesero, in Trentino. Alle 12:20, l’arginatura del bacino superiore della miniera di Prestavel, utilizzato come discarica di rifiuti minerari, cedette, causando un disastro che avrebbe segnato la storia della regione. Un’imponente colata di fango, composta da detriti, alberi abbattuti e massi, si riversò a una velocità impressionante di 90 chilometri orari, devastando un’area di circa 435mila metri quadrati e percorrendo una distanza di 4,2 chilometri.

La devastazione causata dal fango

La furia del fango non risparmiò nulla lungo il suo cammino. La tragedia portò alla morte di 268 persone, un numero straziante che evidenziò la gravità dell’incidente. Le conseguenze furono devastanti: tre alberghi, 53 abitazioni e sei capannoni vennero completamente distrutti. Inoltre, otto ponti furono demoliti e nove edifici subirono danni significativi, lasciando una scia di distruzione e dolore nella comunità.

Impatto e conseguenze

Questo evento, che ha avuto un impatto profondo sulla popolazione locale, ha rappresentato non solo una tragedia umana, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza delle strutture minerarie e sulla gestione dei rifiuti. La valle di Stava, un tempo un luogo di bellezza naturale, si trovò a dover affrontare le conseguenze di una catastrofe che avrebbe cambiato per sempre il volto della regione.

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