Caso Garlasco: esclusa la contaminazione del Dna “Ignoto 3” nella bocca di Chiara Poggi, novità per l’inchiesta

Veronica Robinson

Luglio 20, 2025

Il caso di Garlasco, che ha suscitato grande attenzione pubblica e mediatica, si arricchisce di nuovi sviluppi che potrebbero avere un impatto significativo sull’indagine riguardante la morte di Chiara Poggi, avvenuta nel 2007. Secondo quanto riportato da fonti come il Corriere della Sera, il profilo di Dna noto come “Ignoto 3”, rinvenuto nella bocca della giovane vittima, non risulterebbe contaminato. Le recenti analisi genetiche hanno confermato l’esistenza di un profilo completo, con 22 marcatori e una quantità di materiale biologico tale da escludere l’ipotesi di una semplice contaminazione accidentale. Tuttavia, le alternative investigative non sono state del tutto abbandonate, poiché alcuni esperti segnalano possibili errori procedurali legati all’autopsia. In un contesto parallelo, la Procura ha lanciato un avvertimento contro gli esperti che si esprimono pubblicamente senza un titolo ufficiale.

Il profilo “ignoto 3”: risultati degli accertamenti

La genetista Denise Albani, nominata dal tribunale di Pavia, ha confermato la presenza di un profilo genetico completo sul tampone oro-faringeo prelevato durante l’autopsia di Chiara Poggi. Questo profilo, caratterizzato da 22 marcatori e una quantità di materiale biologico superiore a quella di fondo, non corrisponde a nessuno degli operatori coinvolti nell’autopsia o nel trasporto del corpo. Gli esperti affermano che il livello qualitativo del Dna e la sua coerenza escludono contaminazioni accidentali o ambientali. Questo rappresenta uno dei risultati più rilevanti emersi dalle nuove analisi sul Dna di “Ignoto 3”. Gli avvocati di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, affermano che questa evidenza suggerisce la presenza certa di un altro soggetto sulla scena del crimine, un elemento che, se confermato, potrebbe riaprire le porte a nuovi sviluppi legali.

Contaminazione: le obiezioni dei consulenti

Nonostante i risultati degli accertamenti tecnici, l’ipotesi di contaminazione non è stata completamente scartata. Consulenti della famiglia Poggi hanno avanzato l’idea che il Dna possa provenire da strumenti non sterilizzati o da garze contaminate utilizzate durante l’autopsia. La genetista Marina Baldi, intervenuta nella trasmissione Morning News, ha sottolineato che “una garza non sterile può contenere residui di Dna” provenienti da altri cadaveri o da chi l’ha maneggiata in precedenza. A sostenere il sospetto vi è il fatto che il profilo “Ignoto 3” è stato trovato in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale. Tuttavia, la quantità di Dna e la coerenza dei marcatori rendono poco plausibile, secondo la Procura, che si tratti di un errore tecnico. Per chiarire ulteriormente la questione, i pubblici ministeri hanno ordinato nuovi tamponi su oltre trenta operatori e soggetti che sono entrati in contatto con il corpo di Chiara Poggi.

Le contraddizioni di andrea sempion: scontrino e febbre

Andrea Sempio ha rilasciato nuove dichiarazioni durante la trasmissione “Quarto Grado”, in cui ha ricostruito l’interrogatorio del 2008. Ha riferito di un forte malessere e di un episodio di febbre alta che avrebbe richiesto l’intervento del 118 in caserma. Tuttavia, questo dettaglio non è presente nei verbali ufficiali dell’epoca. Sempio ha anche ammesso che durante l’interrogatorio ci furono pause non verbalizzate e che gli fu permesso di tornare a casa per recuperare uno scontrino di parcheggio, considerato un elemento chiave per il suo alibi. Queste affermazioni contraddicono quanto dichiarato pubblicamente solo due mesi fa, quando lui e il suo legale avevano definito come “falsità” le voci riguardanti malori o interruzioni non documentate.

Doppio binario dell’indagine: chi è ignoto 3?

La Procura di Pavia sta seguendo due filoni investigativi. Da un lato, si continua a verificare la possibilità di contaminazione, confrontando il profilo “Ignoto 3” con quello di oltre trenta soggetti coinvolti nel caso nel 2007, tra cui carabinieri, operatori sanitari e tecnici. Dall’altro, l’attenzione si focalizza sull’identità dell’autore del profilo. Il nome di Andrea Sempio è tornato al centro dell’indagine, dopo due archiviazioni: secondo i pubblici ministeri, uno dei profili rinvenuti sotto le unghie di Chiara potrebbe essere suo. Se la pista “Ignoto 3” venisse confermata come genuina, potrebbe collegarsi a un possibile complice o autore del delitto.

La procura contro le speculazioni mediatiche

Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha emesso un comunicato per denunciare la proliferazione di ricostruzioni non ufficiali da parte di consulenti e presunti esperti. “In assenza di comunicati ufficiali – ha dichiarato – ogni interpretazione genera solo confusione, alimentando discussioni fittizie basate su congetture”. Questo richiamo arriva in un momento cruciale per la nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. La prossima udienza è programmata per il 23 luglio, quando verrà affidato l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per analizzare le impronte su alcuni oggetti repertati nel 2007.