Annullato il concerto di Gergiev a Caserta: la Reggia interviene dopo le polemiche

Veronica Robinson

Luglio 21, 2025

La Direzione della Reggia di Caserta ha annunciato l’annullamento del concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev, previsto per il 27 luglio 2025 nel cortile del prestigioso Complesso vanvitelliano. La decisione è stata presa a seguito delle polemiche suscitate dalla presenza del direttore d’orchestra russo, noto per le sue affiliazioni con il governo di Mosca e le sue posizioni a favore del presidente Vladimir Putin. La preoccupazione era crescente per possibili manifestazioni di protesta da parte di associazioni ucraine, attese per la serata dell’evento.

Le reazioni alla presenza di Gergiev

La situazione attuale si colloca in un contesto complesso, risalente all’estate del 2022, quando, dopo l’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, molti artisti russi si sono trovati a dover prendere una posizione. Alcuni hanno scelto di rimanere allineati con il Cremlino, mentre altri hanno deciso di ritirarsi dalle scene per evitare di esporsi. Solo un numero limitato di artisti ha pubblicamente condannato l’invasione. Questo ha portato a un significativo numero di concerti cancellati e a una revisione delle programmazioni teatrali in tutta Europa, dove la sostegno alla guerra di Putin è diventato insostenibile.

Valery Gergiev, in particolare, è al centro di queste polemiche. Il direttore d’orchestra, infatti, è noto per il suo sostegno alle politiche di Putin, comprese quelle relative alla riconquista dei territori ucraini. Le sue posizioni hanno sollevato allerta e richieste di annullamento del concerto da parte di figure di spicco, come Julya Navalnaya, moglie dell’oppositore Alexey Navalny, recentemente deceduto in carcere. Navalnaya ha descritto Gergiev come un “complice” della politica di Putin, sollevando interrogativi sulla sua invitabilità in un festival in Italia nel 2025.

Le polemiche politiche e culturali

Il dibattito sull’invito a Gergiev ha innescato un acceso confronto politico in Italia. Diverse fazioni della maggioranza e dell’opposizione si sono schierate, creando una frattura evidente. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, si è trovato al centro di questo cortocircuito, mentre il ministro della Cultura, Giuli, ha espresso preoccupazioni circa il messaggio che un concerto del “complice di Putin” potrebbe trasmettere.

Il ministro ha dichiarato che “l’arte è libera e non può essere censurata”, ma ha anche sottolineato che la propaganda è un’altra questione. Il Partito Democratico e Carlo Calenda hanno chiesto l’annullamento dell’esibizione, definendo Gergiev un “propagandista dello zar”. Dall’altra parte, De Luca ha difeso la scelta di mantenere il dialogo, affermando che “non intendiamo accettare logiche di preclusione”.

Anche la Lega ha preso posizione, sostenendo che impedire a un direttore d’orchestra di esibirsi in Italia equivarrebbe a combattere contro i principi che si professano. La vicesegretaria Sardone ha osservato che escludere Gergiev sarebbe controproducente.

Le manifestazioni di protesta

Negli ultimi giorni, diverse figure di spicco, tra cui premi Nobel, hanno espresso la loro contrarietà al concerto di Gergiev, inviando lettere alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, e alle autorità italiane. Inoltre, una petizione online ha raccolto oltre 16mila firme contro l’evento. Le associazioni ucraine presenti in Italia hanno annunciato la loro intenzione di organizzare manifestazioni di protesta, acquistando biglietti per le prime file del concerto al fine di esprimere il loro dissenso direttamente.

La situazione rimane tesa e incerta, con le autorità locali e nazionali che si trovano a dover affrontare una questione delicata che coinvolge arte, politica e diritti umani. La decisione di annullare il concerto di Gergiev potrebbe rappresentare un passo significativo in questo contesto, ma le ripercussioni e le reazioni continuano a evolversi.