Bombe israeliane causano 115 vittime, agenzie umanitarie in evacuazione

Rosita Ponti

Luglio 21, 2025

Israele ha avviato un’operazione militare a Deir El Balah, una località situata nella Striscia di Gaza, il 19 luglio 2025, suscitando forti reazioni da parte delle Nazioni Unite e della comunità internazionale. L’agenzia umanitaria OCHA ha descritto l’azione come un “colpo devastante” agli sforzi umanitari già compromessi nella regione, mentre il Papa ha esortato a fermare la violenza.

Attacchi notturni e la situazione a Gaza

Le notti nella Striscia di Gaza sono contrassegnate da intensi bombardamenti, con le agenzie dell’ONU che si trovano in una posizione precaria. Le operazioni militari israeliane continuano a colpire aree densamente popolate, causando un aumento significativo del numero di vittime tra i civili. Le organizzazioni umanitarie segnalano che la situazione è critica, con un numero crescente di persone in cerca di aiuto. Le agenzie internazionali stanno cercando di mantenere una presenza sul campo, ma si trovano a operare in un contesto di crescente instabilità.

Ordini di sfollamento e conseguenze umanitarie

Domenica 19 luglio, l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i residenti di Deir El Balah, costringendo migliaia di persone a lasciare le loro abitazioni e a dirigersi verso sud. Secondo l’OCHA, tra le 50.000 e le 80.000 persone si trovavano nella zona al momento dell’ordine. Questa manovra ha ulteriormente complicato le già fragili linee di approvvigionamento alimentare e sanitario, con il rischio di aggravare la crisi umanitaria. L’agenzia ha avvertito che qualsiasi danno a strutture civili come ospedali e magazzini di aiuti potrebbe avere conseguenze fatali per la popolazione.

Emergenza alimentare a Gaza

Il ministero della Salute di Gaza ha riportato che almeno 86 persone, tra cui 76 bambini, sono morte a causa della fame e della malnutrizione, una situazione che le autorità locali definiscono un “massacro silenzioso”. Il blocco degli aiuti ha reso la vita insostenibile per molti, con un numero crescente di famiglie che non riescono a procurarsi cibo sufficiente. Le organizzazioni umanitarie stanno cercando di intensificare gli sforzi per fornire assistenza, ma la situazione rimane critica.

Attacchi aerei e vittime civili

Il 18 luglio, gli attacchi aerei israeliani hanno causato la morte di almeno 115 persone, di cui 92 stavano cercando aiuti umanitari. Questi eventi hanno portato il numero totale dei morti dall’inizio del conflitto a circa 58.895, secondo il ministero della Salute di Gaza. Le ferite sono stimate in oltre 140.000, evidenziando la gravità della situazione. Le organizzazioni internazionali stanno monitorando attentamente gli sviluppi, con preoccupazioni crescenti per la protezione dei civili.

Israele e le Nazioni Unite: tensioni crescenti

Il Ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha annunciato che il visto del direttore dell’OCHA, Jonathan Whittall, non sarà rinnovato. Whittall ha criticato le condizioni umanitarie a Gaza, affermando che gli abitanti stanno “morendo lentamente”. Israele ha giustificato questa decisione sostenendo che il funzionario ha mostrato un comportamento parziale e ostile. Le restrizioni sui visti per i funzionari delle agenzie ONU sono aumentate dall’inizio del conflitto, complicando ulteriormente gli sforzi umanitari.

La situazione in Siria e il messaggio del Papa

Oltre alla crisi a Gaza, la Siria sta affrontando la propria emergenza umanitaria. Oltre 128.000 persone sono state sfollate a causa degli scontri nella provincia di Sweida. Il Papa ha esortato alla pace, dichiarando che “il mondo non può più sopportare la guerra” e ha sottolineato l’importanza di proteggere i luoghi sacri e di lavorare insieme per fermare la violenza.

×