Nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2025, gli attacchi aerei e le operazioni di terra delle forze israeliane hanno colpito una zona centrale della Striscia di Gaza, precisamente a Deir el-Balah, dove si trovano alcune agenzie delle Nazioni Unite impegnate nella fornitura di aiuti essenziali alla popolazione locale. Questo intervento militare è avvenuto dopo che un ordine dell’esercito israeliano ha costretto i residenti e gli sfollati a spostarsi verso sud, aggravando ulteriormente la già critica situazione umanitaria.
Ordine di evacuazione e impatto umanitario
L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, OCHA, ha descritto l’ordine di evacuazione come “un altro colpo devastante” per gli sforzi umanitari nel territorio martoriato dalla guerra. Secondo quanto riportato, l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha avvertito che questa direttiva ha inflitto un duro colpo alle fragili linee di approvvigionamento che sostengono la vita dei cittadini di Gaza. Domenica mattina, le forze israeliane hanno intimato agli abitanti della zona centrale di lasciare immediatamente l’area a causa di operazioni imminenti, costringendo intere famiglie a fuggire con i loro pochi beni verso sud.
Presenza delle Nazioni Unite e protezione dei civili
L’OCHA ha confermato che il personale delle Nazioni Unite è rimasto nel territorio e ha comunicato le proprie coordinate alle “parti interessate”. L’agenzia ha sottolineato che i luoghi, inclusi i siti civili, devono essere protetti, indipendentemente dagli ordini di evacuazione. Qualsiasi danno a strutture sanitarie, infrastrutture idriche o magazzini di aiuti umanitari potrebbe avere conseguenze letali per la popolazione.
Stime di sfollamento e accesso umanitario
Stando alle stime iniziali dell’OCHA, al momento dell’emissione dell’ordine di evacuazione, tra le 50.000 e le 80.000 persone si trovavano nella zona. Dall’inizio del conflitto, quasi tutta la popolazione di Gaza ha subito sfollamenti ripetuti a causa di ordini di evacuazione da parte delle autorità israeliane. Attualmente, l’87,8% del territorio di Gaza è soggetto a ordini di sfollamento o si trova all’interno di aree militarizzate. Questo significa che circa 2,1 milioni di civili sono costretti a vivere in un ridotto 12% della Striscia, dove i servizi essenziali sono collassati. L’ordine di evacuazione emesso dall’esercito israeliano limita ulteriormente la capacità dell’ONU e dei suoi partner di operare in sicurezza e con efficacia all’interno di Gaza, soffocando l’accesso umanitario in un momento di massima necessità .