Microplastiche nella placenta e nelle ovaie: un pericolo silenzioso per la fertilità femminile

Rosita Ponti

Luglio 21, 2025

L’emergenza delle microplastiche sta emergendo come una seria minaccia per la salute riproduttiva delle donne. Questo problema, già evidenziato nel 2020 dal dottor Antonio Ragusa, primario di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma, ha assunto proporzioni allarmanti. La ricerca condotta in collaborazione con il Politecnico delle Marche aveva già rivelato la presenza di frammenti di plastica in sei placente di donne sane. Oggi, nel 2025, un nuovo studio guidato da Luigi Montano ha confermato l’esistenza di microplastiche nel fluido follicolare di 14 donne su 18 sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita, evidenziando un potenziale impatto negativo sulla fertilità.

Tutelare la fertilità e la salute riproduttiva della donna

Silvia Vaccari, presidente della FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica), ha sottolineato l’importanza di affrontare questa problematica. Le microplastiche, invisibili ma presenti nel corpo femminile, rappresentano un rischio che non può essere ignorato. Vaccari afferma che è fondamentale monitorare e prevenire l’esposizione, in particolare per le donne in gravidanza e quelle in età fertile. La salute riproduttiva delle donne deve diventare una priorità per la sanità pubblica, e le ostetriche sono in prima linea in questa battaglia.

Il caldo estivo aumenta il pericolo

Con l’arrivo dell’estate, il rischio di esposizione alle microplastiche aumenta. Le alte temperature possono favorire il rilascio di sostanze tossiche dai materiali plastici, un fenomeno noto come desorbimento. Vaccari avverte che oggetti comuni come bottiglie d’acqua lasciate al sole, contenitori riscaldati nel microonde e tazze di carta cerata possono essere veicoli di contaminazione. È cruciale che le donne siano consapevoli di questi rischi e adottino misure preventive.

Cosa possono fare le ostetriche

Le ostetriche giocano un ruolo fondamentale nell’educazione e nella prevenzione riguardo all’esposizione alle microplastiche. Non si limitano più a fornire assistenza durante la gravidanza e il parto, ma diventano un punto di riferimento per la salute femminile. Vaccari spiega che è essenziale informare le donne sui principali fonti di esposizione e sui loro effetti sulla fertilità e sullo <strongsviluppo fetale. Consigli pratici, come limitare il consumo di cibi confezionati nella plastica e scegliere materiali alternativi come vetro e carta, possono contribuire a ridurre l’esposizione. Le ostetriche devono anche incoraggiare l’uso di detergenti e indumenti naturali per evitare il rilascio di microfibre.

Un lavoro educativo, continuo e aggiornato

Il compito delle ostetriche va oltre la semplice informazione. È un lavoro educativo che richiede aggiornamenti costanti. Vaccari sottolinea l’importanza di spiegare come le microplastiche entrano nel corpo attraverso alimenti, bevande e prodotti per la cura personale. Le ostetriche possono suggerire soluzioni concrete per ridurre l’uso della plastica monouso e promuovere un consumo responsabile. È necessario anche sensibilizzare sulla corretta raccolta differenziata e sull’importanza di uno stile di vita ecologico.

L’ecologia entra nel percorso nascita

Silvia Vaccari conclude sottolineando che la salute femminile non può più prescindere dai fattori ambientali. Le ostetriche sono pronte a svolgere un ruolo attivo nell’educazione e nella prevenzione, aiutando le donne a riconoscere i rischi e a ridurre l’esposizione alle microplastiche. La plastica ha invaso anche gli aspetti più intimi della salute femminile, e ora è compito della sanità pubblica e dei professionisti della salute agire per proteggere il futuro riproduttivo delle nuove generazioni. L’emergenza microplastiche deve essere affrontata con urgenza, soprattutto durante i mesi estivi, per garantire la salute ambientale e quella femminile.