Secondo il rapporto pubblicato da ActionAid, intitolato “Fragili equilibri”, nel 2023 si stima che quasi 6 milioni di persone in Italia abbiano affrontato forme di insicurezza alimentare, un incremento di circa 680.000 individui rispetto all’anno precedente. Questo dato mette in evidenza una crisi profonda che colpisce il paese, evidenziata da un aumento significativo dei prezzi dei beni alimentari.
Rilevanza dei dati sulla povertà
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha sottolineato che i dati sono preoccupanti e confermano le denunce fatte negli ultimi anni. Secondo le statistiche ufficiali dell’Istat, nel 2023 l’8,4% delle famiglie italiane vive in povertà assoluta, un record storico. Tuttavia, esiste un numero ancor più ampio di cittadini che, pur non rientrando nei parametri ufficiali, si trova a dover fare i conti con difficoltà economiche, costringendoli a ridurre la qualità e la quantità degli alimenti acquistati.
Inflazione e rincari dei beni alimentari
L’inflazione, che ha raggiunto livelli record nel 2022 e nel 2023, ha aggravato ulteriormente la situazione. Nel 2022, l’indice generale dell’inflazione ha toccato una media dell’8,1%, mentre nel 2023 si è attestato al 5,7%. Tuttavia, i rincari dei prodotti alimentari sono stati ben più marcati. Tra il 2021 e il 2024, l’indice generale è aumentato del 15,4%, mentre i prodotti alimentari hanno registrato un incremento del 23,1%, un dato che supera di oltre il 50% la media generale.
Nella lista dei prodotti alimentari più colpiti dai rincari, l’olio di oliva si posiziona al primo posto con un aumento del 89,2%. Segue lo zucchero, con un incremento del 47,5%, e il riso, che ha visto un aumento del 44,8%. Al quarto posto ci sono le patate, con un rincaro del 41,8%, seguite dal burro (+40,5%) e dal latte conservato (+34,2%). Questi aumenti, insieme a quelli di altri alimenti di base come la pasta e le uova, evidenziano una crisi alimentare che colpisce in modo particolare le famiglie con redditi più bassi.
Rincari significativi dei prodotti alimentari
Il report di ActionAid ha messo in evidenza i rincari medi dei principali prodotti alimentari dal 2021 al 2024. I dati rivelano aumenti allarmanti che incidono pesantemente sulle spese delle famiglie italiane. In cima alla lista, l’olio di oliva ha visto un incremento del 89,2%, un dato che non può passare inosservato, considerando l’importanza di questo prodotto nella dieta mediterranea.
Lo zucchero, un elemento fondamentale per molte ricette, ha registrato un aumento del 47,5%, mentre il riso, alimento base per molte famiglie, ha visto un rincaro del 44,8%. Le patate, altro alimento essenziale, hanno subito un incremento del 41,8%, seguite dal burro con un +40,5%. Altri prodotti come il latte conservato (+34,2%) e la margarina (+37,0%) mostrano rincari che mettono a dura prova il bilancio familiare.
Le conseguenze economiche sulle famiglie italiane
L’aumento dei prezzi alimentari ha un impatto diretto sulle famiglie italiane, costringendole a rivedere le proprie abitudini alimentari e a fare scelte sempre più difficili. Molti italiani si trovano a dover rinunciare a prodotti di qualità, limitando la varietà e la quantità degli alimenti acquistati. Questo fenomeno non riguarda solo le famiglie in povertà assoluta, ma anche coloro che, pur non rientrando nelle statistiche ufficiali, vivono una situazione di precarietà economica.
La situazione è ulteriormente complicata dalla stagnazione dei salari e dall’assenza di politiche adeguate per sostenere le famiglie più vulnerabili. Le associazioni dei consumatori stanno lanciando appelli affinché il governo intervenga per contrastare l’inflazione e tutelare i diritti dei cittadini, in particolare per quanto riguarda l’accesso a cibi sani e nutrienti.
Prospettive per il futuro
Con il proseguire dell’inflazione e l’aumento dei costi, è fondamentale che le istituzioni e le organizzazioni della società civile collaborino per affrontare questa crisi. Le famiglie italiane stanno vivendo un momento di grande difficoltà e la situazione richiede un’attenzione immediata. La speranza è che attraverso politiche mirate e un maggiore impegno da parte del governo, si possa invertire la tendenza e garantire un accesso equo e sostenibile agli alimenti per tutti.