Appalti pubblici sotto la lente della ‘ndrangheta: cinque arresti a Reggio Calabria

Veronica Robinson

Luglio 22, 2025

Una significativa operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha portato all’arresto di cinque individui, di cui quattro sono stati incarcerati e uno posto agli arresti domiciliari. Questi soggetti sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di turbata libertà degli incanti. L’operazione si è svolta all’alba del 15 marzo 2025, coinvolgendo i comuni di Siderno, Placanica, Riace e Caulonia, con i carabinieri della Compagnia di Locri coadiuvati dalla Compagnia di Roccella Jonica.

Le indagini, avviate nel marzo 2023, hanno rivelato che alcuni imprenditori della Locride, attivi nel settore degli appalti pubblici, sarebbero stati vittime di estorsioni. La Procura ha richiesto l’emissione di ordinanze di arresto, che sono state accolte dal gip del Tribunale di Reggio Calabria.

L’innesco dell’inchiesta è stato fornito dalle dichiarazioni di un dirigente di un Ufficio tecnico di un comune della Locride. Questo ufficiale ha segnalato la mancata partecipazione di un’impresa edile locale a un appalto per il rifacimento di alcune strade, a causa delle minacce ricevute da soggetti interessati ai lavori.

Le modalità di estorsione e le indagini

L’attività investigativa ha utilizzato sia metodi tradizionali che intercettazioni, permettendo di documentare un incontro avvenuto nel marzo 2023 in un immobile riconducibile a uno degli indagati. Durante questo incontro, sono stati compiuti atti volti a costringere un imprenditore e il suo figlio, formalmente titolare della ditta, a non partecipare a una gara d’appalto per il rifacimento del manto stradale nel Comune di Siderno.

Le indagini hanno inoltre rivelato che il fratello dell’imprenditore minacciato ha svolto un ruolo di intermediario, convincendo il professionista a ritirarsi dalla competizione per l’appalto, prospettando una situazione di grave pericolo per l’azienda in caso di partecipazione.

Il contesto mafioso e le modalità operative

Gli investigatori hanno accertato l’impiego di metodologie tipiche delle associazioni mafiose, evidenziando come le vittime venissero convocate in luoghi sconosciuti, di fronte a gruppi di individui con un chiaro curriculum criminale e legami con la ‘ndrangheta. Queste modalità di intimidazione e coercizione sono state fondamentali per comprendere la portata dell’attività estorsiva e il clima di paura che permea il settore degli appalti nella regione.

L’operazione ha messo in luce non solo i singoli atti di estorsione, ma anche un sistema più ampio di controllo e intimidazione che mina la libertà di impresa e il corretto svolgimento delle gare d’appalto. Le forze dell’ordine continuano a monitorare la situazione nella Locride, per garantire un ambiente più sicuro e libero da influenze mafiose.