Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e Dj Fabo: l’evoluzione del fine vita in Italia

Rosita Ponti

Luglio 22, 2025

Piergiorgio Welby è stato una figura centrale nella lotta per il diritto alleutanasia in Italia. Nato a Roma, è conosciuto non solo come attivista, ma anche come giornalista, politico e pittore. Co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, Welby ha dedicato la sua vita a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi legati alla dignità e alla libertà di scelta in ambito sanitario.

La richiesta di sospensione delle cure

Nel 2006, a causa della sua grave condizione di salute, affetta da distrofia muscolare, Welby decise di chiedere la sospensione delle cure che lo tenevano in vita. Questa richiesta scatenò un intenso dibattito nazionale, mettendo in luce la mancanza di una legislazione chiara riguardo alleutanasia. Militante del Partito Radicale, Welby si rivolse anche all’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per cercare di ottenere il supporto necessario per la sua causa.

La decisione del tribunale

Il 16 dicembre 2006, il tribunale di Roma respinse la richiesta dei legali di Welby di interrompere l’accanimento terapeutico, dichiarandola inammissibile. Questa decisione evidenziò il vuoto normativo esistente in Italia riguardo alleutanasia e alla fine della vita. Nella stessa serata, dopo aver salutato la moglie Mina e i suoi cari, tra cui i noti attivisti Marco Pannella e Marco Cappato, Welby fu sottoposto a una sedazione profonda e il suo respiratore fu staccato. L’azione suscitò un forte dibattito etico e giuridico nel paese.

Le conseguenze del caso Welby

Il medico anestesista che somministrò i sedativi a Welby fu accusato di “omicidio del consenziente”, ma alla fine venne prosciolto da ogni accusa. Questo caso ha segnato un momento cruciale nella storia del dibattito sulleutanasia in Italia, portando a una maggiore consapevolezza e a una continua discussione sulla necessità di una legge che regolamenti il diritto alla morte dignitosa. La figura di Piergiorgio Welby rimane un simbolo della lotta per i diritti individuali e per la libertà di scelta in un contesto sanitario sempre più complesso.