Naufragio di Cutro: sei militari accusati, il processo si avvia.

Veronica Robinson

Luglio 22, 2025

Il 2025 segna un importante sviluppo nel processo legato al tragico naufragio avvenuto a Steccato di Cutro, dove, la notte del 26 febbraio 2023, persero la vita 94 migranti, di cui 35 erano minori. Il giudice dell’udienza preliminare di Crotone ha deciso di rinviare a giudizio sei militari, quattro appartenenti alla Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera. Questo provvedimento è il risultato delle indagini che hanno messo in luce gravi irregolarità nella gestione dell’emergenza.

Dettagli dell’inchiesta

L’inchiesta ha messo in evidenza come i sei militari siano accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Questi reati sono stati contestati in relazione alla loro presunta negligenza nell’attivazione del Piano di ricerca e salvataggio in mare (Sar) durante la notte in cui si è verificato il naufragio. Secondo le ricostruzioni, la mancata attivazione dei soccorso potrebbe aver contribuito in modo significativo all’alto numero di vittime.

Il contesto del naufragio

Il naufragio del barcone a Steccato di Cutro ha rappresentato una delle più gravi tragedie nel Mediterraneo, evidenziando le difficoltà e i pericoli affrontati dai migranti in cerca di una vita migliore. Le autorità italiane sono state criticate per la loro risposta e per le procedure di salvataggio in mare, che in questo caso sembrano non aver funzionato come previsto. La tragedia ha suscitato indignazione a livello nazionale e internazionale, portando a richieste di maggiore responsabilità e trasparenza nelle operazioni di salvataggio.

Prossimi passi nel procedimento legale

Con il rinvio a giudizio, il procedimento legale entrerà in una nuova fase, in cui i sei militari dovranno affrontare le accuse in un processo. La comunità e le organizzazioni per i diritti umani stanno seguendo da vicino l’evoluzione della situazione, sottolineando l’importanza di garantire giustizia per le vittime e le loro famiglie. La decisione del gup di Crotone rappresenta un passo significativo verso la responsabilità in un caso che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha riacceso il dibattito sulle politiche migratorie e sui diritti umani nel Mediterraneo.