Cento Ong avvertono: “carestia di massa” in corso a Gaza, oltre 60 vittime in 24 ore per Israele

Veronica Robinson

Luglio 23, 2025

Migliaia di persone continuano a perdere la vita nella Striscia di Gaza, dove la crisi umanitaria si aggrava giorno dopo giorno. Negli ultimi due mesi, si stima che circa mille persone siano state uccise mentre cercavano di accedere a cibo e aiuti umanitari. Solo negli ultimi due giorni, 33 individui hanno perso la vita per fame, tra cui 12 bambini. Le organizzazioni internazionali, tra cui l’Unione Europea e le Nazioni Unite, hanno sollevato forti preoccupazioni, definendo l’operato di Israele come un atto indifendibile contro civili vulnerabili.

Crisi umanitaria a Gaza

Nella Striscia di Gaza, la situazione è diventata insostenibile. Oltre un centinaio di organizzazioni non governative hanno lanciato un appello urgente, segnalando una carestia di massa in corso. I rappresentanti delle ONG, tra cui Medici Senza Frontiere e Oxfam International, hanno dichiarato che l’intensificarsi della crisi ha portato alla scomparsa di molti dei loro operatori sul campo. Le richieste per un cessate il fuoco immediato e l’apertura dei varchi per gli aiuti umanitari si fanno sempre più pressanti, mentre l’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani ha accusato l’esercito israeliano di aver causato oltre 1.000 morti tra coloro che cercavano aiuto.

Le autorità israeliane sostengono di permettere l’ingresso di aiuti, ma le ONG denunciano una serie di restrizioni che impediscono l’effettivo accesso ai rifornimenti. Secondo le organizzazioni umanitarie, tonnellate di cibo e forniture mediche rimangono bloccate nei magazzini, inaccessibili a chi ne ha disperatamente bisogno. La situazione è ulteriormente aggravata da notizie di 21 bambini deceduti a causa della malnutrizione in sole 72 ore.

Attacchi israeliani e morti tra i civili

Recenti attacchi israeliani hanno provocato la morte di almeno 63 persone a Gaza, tra cui 26 che cercavano aiuti. Secondo il ministero della Salute locale, dall’inizio delle ostilità, il numero totale di palestinesi uccisi ha superato 59.000, con oltre 142.000 feriti. Le vittime sono principalmente donne e bambini, un dato che sottolinea la drammaticità della situazione.

In un attacco specifico, 15 persone, inclusi 6 bambini, sono state uccise in un edificio che ospitava sfollati. Le fonti sanitarie hanno confermato che i bombardamenti continuano a colpire aree densamente popolate, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. La comunità internazionale è in allerta, con richieste di indagini sugli attacchi contro i civili, che sembrano essere sempre più frequenti.

Appelli internazionali e reazioni

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha descritto la situazione a Gaza come un “orrore senza precedenti”, sottolineando che la malnutrizione sta raggiungendo livelli critici. Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso la sua indignazione, affermando che “i civili non possono essere bersagli”. Ha ribadito l’importanza di garantire un flusso sicuro e rapido di aiuti umanitari.

In un incontro significativo, Mike Huckabee, ambasciatore americano in Israele, ha discusso della situazione con Hussein al-Sheikh, vicepresidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Huckabee ha esortato Israele a garantire la sicurezza dei civili e a facilitare l’accesso agli aiuti umanitari, mentre al-Sheikh ha evidenziato la gravità della crisi economica e sociale in Cisgiordania.

Condizioni di vita insostenibili e malnutrizione

Le condizioni di vita nella Striscia di Gaza sono drammatiche. Con oltre 2 milioni di residenti in difficoltà, la carenza di cibo e di beni essenziali ha portato a un aumento esponenziale dei prezzi. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), i neonati stanno soffrendo di una grave carenza di latte, portando a significative perdite di peso e vulnerabilità alle malattie.

Il direttore dell’ospedale di Al-Shifa, Mohammed Abu Salmiya, ha lanciato un allarme riguardo alla situazione critica dei neonati e dei bambini, evidenziando che la fame e la malnutrizione stanno mietendo vite innocenti. Le autorità israeliane hanno negato l’esistenza di restrizioni sull’ingresso di alimenti per neonati, ma la realtà sul campo racconta una storia ben diversa.

La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, mentre gli appelli per un intervento umanitario urgente si fanno sempre più pressanti. La speranza è che la diplomazia possa prevalere e che la vita a Gaza possa tornare a una certa normalità.