Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007 a Garlasco, continua a suscitare grande interesse e dibattito. Mercoledì 23 luglio 2025, durante il programma “Morning News”, l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, ha fornito aggiornamenti significativi sull’incidente probatorio in corso, sottolineando l’importanza di esaminare a fondo ogni elemento che possa contribuire all’indagine.
Il caso Garlasco e le dichiarazioni di Antonio De Rensis
Nell’intervista, De Rensis ha evidenziato che l’incidente probatorio è un passaggio cruciale per fare luce sul caso. “Tutto ciò che può servire in questa indagine, va approfondito,” ha affermato De Rensis, sottolineando l’importanza di analizzare ogni reperto. Riguardo all’impronta 33, l’avvocato ha espresso sorpresa nel caso in cui una fotografia venisse inclusa nel procedimento, specificando che tale elemento potrebbe essere esaminato in qualsiasi momento. La complessità del caso e la sua evoluzione hanno portato a una serie di interrogativi che richiedono risposte chiare e definitive.
Lo scontrino di Sempio e le dichiarazioni contrastanti
Un altro punto centrale delle dichiarazioni di De Rensis è stato il famoso scontrino di Sempio. Durante un episodio di “Quarto Grado” del 18 luglio, Andrea Sempio ha dichiarato di essere tornato a casa dopo il primo interrogatorio e di essere stato successivamente richiamato per fornire lo scontrino. Questo contrasta con le ipotesi iniziali, secondo cui Sempio si sarebbe presentato già con il documento, cercando di fornire un alibi non richiesto. De Rensis ha commentato le parole di Sempio, definendole frutto di un “ricordo sbagliato”. Ha inoltre avvertito che se il verbale fosse stato chiuso e poi riaperto, ciò rappresenterebbe una grave irregolarità nel processo.
Le indagini su Ignoto 3
De Rensis ha anche discusso della questione di Ignoto 3, un DNA maschile non attribuibile né a Stasi né a Sempio, trovato su un tampone orale di Chiara Poggi. L’avvocato ha affermato che prima di parlare di contaminazione del campione, è fondamentale attendere i risultati degli accertamenti. Se il DNA risultasse appartenere a un soggetto terzo, ciò indicherebbe la presenza di un’altra persona al momento dell’omicidio di Chiara. De Rensis ha sottolineato la necessità di rispettare l’indagine, affermando di non aver mai assistito a un procedimento così osteggiato e dileggiato.
Il caso Garlasco, con le sue intricate dinamiche legali e le continue rivelazioni, rimane uno dei più discussi nella cronaca italiana, suscitando l’attenzione di media e pubblico.