La Giudice dell’Udienza Preliminare di Milano, Alessandra Di Fazio, ha deciso il rinvio a giudizio per sei soggetti coinvolti nel controverso progetto delle Park Towers. Questa iniziativa, che prevede la costruzione di tre torri destinate a 113 appartamenti, si trova nella zona di Crescenzago ed è al centro di un’inchiesta riguardante la gestione urbanistica della città, con accuse che includono abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso. Tra gli imputati figurano nomi noti del settore, come l’immobiliarista Andrea Bezziccheri, rappresentante della Bluestone, e il progettista Sergio Francesco Maria Asti. A loro si uniscono tre ex dirigenti dello Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano: Carla Barone, Francesco Rosata e Maurizio De Luca, oltre a Roberto Vederio, legale rappresentante della Devero Costruzioni.
Il processo e le accuse
Il processo avrà inizio il 12 novembre 2025, come stabilito nel decreto di rinvio a giudizio. La decima sezione penale del tribunale milanese si accingerà a esaminare le accuse mosse contro gli imputati. Tra di loro spicca Andrea Bezziccheri, per il quale il pool di magistrati guidato da Tiziana Siciliano ha richiesto la detenzione in carcere. Bezziccheri si difenderà di fronte al Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Fiorentini.
La Procura sostiene che il progetto delle Park Towers, situato nei pressi del Parco Lambro, rappresenti un’operazione speculativa a favore di un investitore privato, realizzata tramite una rapida autocertificazione per una ristrutturazione, senza seguire le procedure necessarie per una nuova costruzione. Questo approccio, noto come Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), ha suscitato preoccupazioni, poiché non è stato accompagnato da un piano attuativo che includesse servizi necessari per la comunità, come spazi verdi e parcheggi.
Le accuse si estendono anche a violazioni delle normative urbanistiche e paesaggistiche. Inoltre, si contesta che gli oneri di urbanizzazione versati dai costruttori siano stati ridotti, aggravando ulteriormente la situazione. La Giudice ha quindi ritenuto opportuno avviare un processo per i sei imputati, sottolineando la gravità delle accuse.
Le dichiarazioni di Marinoni
Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, ha scelto di non rispondere durante l’interrogatorio davanti al Giudice per le indagini preliminari. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Eugenio Bono, ha affermato che non esistono episodi di corruzione né alcun sistema corruttivo come delineato dalla Procura. L’avvocato ha inoltre comunicato che è stata presentata una memoria difensiva al giudice, ma solo in relazione alle esigenze cautelari. Marinoni intende difendersi durante il dibattimento, mentre i pubblici ministeri hanno richiesto per lui la detenzione in carcere.