Pesaro: l’inchiesta si estende, coinvolte 23 persone oltre al candidato Ricci

Veronica Robinson

Luglio 23, 2025

Sono attualmente 24 le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Pesaro, sotto la direzione del procuratore Marco Mescolini e della pubblica accusa Maria Letizia Fucci. L’inchiesta si concentra su affidamenti diretti “sotto soglia” per un valore di quasi 600 mila euro a due associazioni no-profit, con l’obiettivo di gestire eventi, progetti culturali e lavori di manutenzione. Tra gli indagati figura anche l’ex sindaco di Pesaro e attuale europarlamentare del Partito Democratico, Matteo Ricci, il quale ha recentemente reso pubblico l’avviso di garanzia ricevuto. Insieme a lui, sono coinvolti il capo di gabinetto dell’epoca, Franco Arceci, i dirigenti Eros Gilardi e Loris Pascucci, altri funzionari comunali, nonché i fondatori delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, Stefano Esposto e Massimiliano Santini. Questi ultimi, tra il 2020 e il 2024, erano anche parte dello staff di Ricci. Tra gli indagati si trova anche l’ex direttore della Fondazione Pescheria, Silvano Straccini, dimessosi lo scorso marzo, oltre ai vertici di Aspes, le due partecipate comunali che avrebbero potuto eludere le procedure di evidenza pubblica. Gli interrogatori degli indagati potrebbero avvenire entro la fine di luglio 2025.

Le ipotesi di reato

Le accuse che emergono dall’inchiesta comprendono corruzione, falso, induzione indebita a dare o promettere utilità e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Matteo Ricci, assistito dagli avvocati Aldo Valentini e Lucio Monaco, è stato convocato per un interrogatorio. Le autorità gli contestano la corruzione, sostenendo che avrebbe cercato di ottenere vantaggi in termini di consenso politico, senza però che vi fosse un corrispettivo economico in cambio.

La reazione di Matteo Ricci

Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e attuale eurodeputato, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta denominata “Affidopoli”, che riguarda presunti illeciti negli affidamenti pubblici a favore delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare durante il suo mandato. L’accusa ipotizza che Ricci avrebbe ottenuto un vantaggio in termini di consenso politico, piuttosto che benefici economici diretti. La notizia è stata diffusa il giorno dopo la convocazione delle elezioni regionali, suscitando una forte reazione da parte dell’ex sindaco. In un videomessaggio pubblicato sui social, Ricci ha espresso sorpresa, amarezza e rabbia per le accuse, affermando di essere estraneo ai fatti e di non essersi mai occupato direttamente di affidamenti pubblici durante i suoi 15 anni di amministrazione, delegando tali responsabilità ai suoi collaboratori.

Le implicazioni politiche dell’inchiesta

L’accusa della procura suggerisce che Ricci non avrebbe tratto benefici patrimoniali, ma avrebbe ottenuto un presunto “vantaggio” in termini di consenso politico attraverso iniziative come murales e feste organizzate dalle associazioni coinvolte. Ricci ha commentato: “Mi si accusa di aver aumentato il mio consenso politico, un’ipotesi abbastanza curiosa”, negando di avere rapporti con le due associazioni e ribadendo la sua serenità riguardo alle accuse. Ha anche espresso frustrazione per i tempi dell’inchiesta, che considera sospetti, sottolineando come le accuse siano emerse in un momento delicato, ovvero il giorno dopo la convocazione delle elezioni.

Nonostante le difficoltà, Ricci ha affermato di avere fiducia nella magistratura e di essere determinato a dimostrare la sua innocenza. Ha precisato che, qualora un collaboratore avesse commesso errori, egli stesso sarebbe da considerarsi parte lesa, vittima di una fiducia tradita. Ricci ha concluso il suo messaggio ribadendo la sua passione per la politica e il suo impegno a proseguire il percorso politico, nonostante l’ombra che l’inchiesta “Affidopoli” getta sulla sua campagna elettorale.