Riso italiano con arsenico e cadmio, basmati asiatico con 13 pesticidi: scoppia l’allarme sicurezza alimentare

Lorenzo Fogli

Luglio 23, 2025

Ogni tre giorni l’UE segnala riso importato contaminato da pesticidi vietati. Sotto accusa soprattutto India e Pakistan, ma anche l’Arborio italiano mostra tracce di metalli pesanti.

Il riso è un alimento quotidiano per milioni di persone, base insostituibile di molte cucine e protagonista anche di piatti italiani tradizionali. Eppure, sempre più spesso viene associato a problemi di sicurezza alimentare. A lanciare l’allarme è l’Ente Nazionale Risi, che segnala una media inquietante: ogni tre giorni l’Unione europea pubblica un’allerta per riso contaminato da pesticidi non autorizzati, quasi sempre proveniente da India e Pakistan.

La conferma arriva anche da richiami recenti. Uno di questi riguarda un lotto di riso basmati confezionato in Pakistan e commercializzato in Italia da Fresh Tropical Srl, ritirato per la presenza di Acetamiprid e Thiamethoxam, sostanze vietate nell’UE. Un problema che mette in discussione l’efficacia dei controlli e solleva dubbi sulla reciprocità delle norme sanitarie tra paesi.

Boom di segnalazioni dall’Asia, test indipendenti confermano

Secondo i dati ufficiali, tra il Pakistan e l’India si concentrano oltre l’80% delle segnalazioni europee: 29 notifiche dal primo, 25 dal secondo, su un totale che supera ogni record dell’anno precedente. Una situazione definita “intollerabile” da Natalia Bobba, presidente dell’Ente Nazionale Risi, che chiede regole uguali per tutti e maggiore protezione per i produttori europei.

La denuncia non si basa solo sulle segnalazioni ufficiali: anche test indipendenti avvalorano la preoccupazione. Uno studio pubblicato sulla rivista svizzera Bon à Savoir ha analizzato 12 campioni di riso basmati provenienti da negozi etnici e supermercati. Più della metà è risultata non conforme, in alcuni casi con la presenza di fino a 13 pesticidi diversi nella stessa confezione. Tutti i prodotti erano di origine indiana o pakistana. Sebbene il test sia stato condotto in Svizzera, molte di queste marche sono vendute anche in Italia, in particolare nei canali di distribuzione meno tracciabili.

Anche l’Arborio italiano sotto esame: trovati arsenico e cadmio

Il quadro si complica se si guarda anche al riso coltivato in Italia. Un’indagine condotta negli Stati Uniti dal progetto Healthy Babies, Bright Futures, pubblicata in esclusiva dalla CNN, ha messo sotto la lente oltre 100 campioni di riso in commercio, compresi quelli italiani. Tra i peggiori spicca il riso Arborio, coltivato in Italia, che ha mostrato concentrazioni elevate di arsenico e cadmio: 142 ppb di metalli totali, di cui 101 ppb di arsenico inorganico, un valore vicino al limite massimo per i prodotti destinati ai bambini.

Il cadmio, altro metallo tossico riscontrato, è noto per i suoi effetti dannosi su reni e sviluppo neurologico. Questo dimostra che anche le filiere italiane, pur soggette a controlli rigorosi, non sono immuni da problemi, specialmente per varietà come il riso integrale, che tende ad accumulare più metalli rispetto a quello bianco.

Supermercati
Riso contaminato: ogni 3 giorni un’allerta UE, ecco i paesi più a rischio – rcovid19.it

La situazione mette in evidenza un tema globale: la sicurezza alimentare del riso dipende dalla tracciabilità, dall’origine geografica e dalla varietà. Mentre le varietà come basmati e jasmine risultano meno contaminate da arsenico, sono più soggette all’uso eccessivo di pesticidi. Al contrario, le coltivazioni italiane, pur più sicure in media, possono presentare tracce di metalli pesanti a seconda del terreno e della lavorazione.

È evidente che servono controlli più severi alle dogane, norme comuni tra paesi esportatori e importatori e una maggiore consapevolezza nei consumatori, che dovrebbero leggere le etichette, privilegiare prodotti tracciabili e variare la dieta con altri cereali come miglio, farro, avena o quinoa, per ridurre i rischi legati all’accumulo di contaminanti.