Caso Epstein: il WSJ rivela che Trump era a conoscenza del suo nome nei documenti

Veronica Robinson

Luglio 24, 2025

Jeffrey Epstein e Donald Trump, una relazione controversa che continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni, sta di nuovo attirando l’attenzione. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione di distogliere lo sguardo da questa connessione, nuovi dettagli emergono costantemente, riportando in primo piano i legami tra il magnate immobiliare e il finanziere, morto nel 2019 in circostanze drammatiche mentre attendeva un processo per reati sessuali.

Recentemente, il Wall Street Journal ha pubblicato che la procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, ha informato Trump nel maggio 2025 della presenza del suo nome in diversi documenti investigativi riguardanti Epstein. Questa rivelazione ha suscitato la reazione del presidente, il quale ha accusato il quotidiano di diffondere “fake news” e minacciato azioni legali. Tuttavia, un funzionario della Casa Bianca ha confermato che non viene negata la presenza del nome di Trump in alcune indagini, dato che era già stato incluso in un pacchetto di documenti raccolti da Bondi a febbraio per alcuni influencer conservatori.

Un altro episodio che ha riacceso i riflettori sulla questione è il racconto del Wall Street Journal riguardo a un biglietto di auguri inviato da Trump a Epstein nel 2003, con un messaggio che recitava: “Buon compleanno e che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto”.

Le indagini sul caso Epstein

Nelle stesse ore in cui il Wall Street Journal ha rivelato queste informazioni, una sottocommissione del Comitato per la Vigilanza della Camera dei Rappresentanti ha votato per citare in giudizio il dipartimento di Giustizia guidato da Pam Bondi, per ottenere i documenti relativi all’indagine su Jeffrey Epstein. La misura è stata approvata con il voto di tre repubblicani e dei democratici, con un totale di otto voti favorevoli e due contrari. Questo voto è avvenuto poco prima della pausa estiva della Camera, anticipata dal presidente repubblicano Mike Johnson per evitare discussioni potenzialmente divisive sul caso Epstein, che ha polarizzato le varie fazioni del partito.

Trump, che ha avuto rapporti con Epstein negli anni ’90 e nei primi anni 2000, compare frequentemente nei registri di volo dell’aereo privato di Epstein. Inoltre, il suo nome, insieme a quello di diversi membri della sua famiglia, è presente in una rubrica di Epstein, accanto a centinaia di altre personalità. Gran parte di queste informazioni è stata resa pubblica durante il processo contro Ghislaine Maxwell, ex collaboratrice di Epstein, condannata a 20 anni di carcere per traffico sessuale di minori e altri crimini.

Il futuro della testimonianza di Ghislaine Maxwell

Attualmente, la Camera dei Rappresentanti sta cercando di ascoltare Ghislaine Maxwell, considerata una delle ultime persone in grado di rivelare verità scomode. La sua deposizione è programmata per l’11 agosto 2025 nel Federal Correctional Institution di Tallahassee, in Florida, dove sta scontando la sua pena. Alan Dershowitz, ex legale di Epstein, ha descritto Maxwell come “la stele di Rosetta” e ha suggerito che, se le fosse offerta l’immunità, potrebbe essere disposta a testimoniare.

Le rivelazioni attuali e le promesse di ulteriori informazioni continuano a minacciare di intensificare la crisi politica che affligge l’amministrazione. Un ampio settore dell’estrema destra che sostiene Trump ha alimentato teorie del complotto riguardanti i clienti di Epstein e le circostanze del suo suicidio in carcere nel 2019. Per cercare di alleviare la pressione, Trump ha ordinato al dipartimento di Giustizia di richiedere la pubblicazione delle trascrizioni segrete del Grand Jury relative a Epstein. Tuttavia, un giudice distrettuale ha respinto una di queste richieste, affermando che non rientra nelle eccezioni previste dalle norme sulla segretezza.

Le ombre di segreti inconfessabili e di complicità che risalgono a molti anni fa continuano a gravare sulla politica americana attuale. Nel frattempo, le vittime di Epstein e dei suoi associati, tra cui giovani donne sfruttate e abusate, rimangono spesso nell’ombra, come nel caso di Virginia Giuffre, che si è tolta la vita nell’aprile scorso.

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