Il dramma della fame a Gaza continua a intensificarsi, portando con sé un silenzio assordante che riempie le strade e i cuori della popolazione. Le cucine di beneficenza, una volta luoghi di speranza e sostegno, sono ora desolatamente vuote. A Deir el Balah, l’ultima di queste strutture ha chiuso i battenti, lasciando migliaia di persone senza alcuna forma di sostentamento. Abu Hamza Fawaz, il fondatore della cucina, non riesce a ricordare quando fosse possibile distribuire tre pasti al giorno. Adesso, la situazione è drammatica: le scorte di carne, verdure, cibi in scatola e farina sono completamente esaurite.
Crisi alimentare e aiuti umanitari
La crisi alimentare è aggravata dall’impossibilità di far entrare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. I pochi camion autorizzati a passare sono costantemente presi d’assalto. Secondo il World Food Program, agenzia delle Nazioni Unite, oltre 116mila tonnellate di aiuti sono bloccate al di fuori della Striscia. Attualmente, solo 18 camion al giorno riescono a entrare, un numero ben lontano dai 500 necessari per far fronte all’emergenza. Più di 100 organizzazioni non governative, tra cui Amnesty International e Save the Children, hanno lanciato un appello urgente per chiedere l’apertura dei valichi e il passaggio degli aiuti, avvertendo che il futuro immediato potrebbe essere segnato da una grave carestia. Fonti palestinesi riportano che nelle ultime settimane almeno 100 persone, tra cui 80 bambini, sono morte di fame.
Testimonianza di Youssef Hassouna
Youssef Hassouna, un giornalista dell’agenzia AFP, racconta queste tragiche storie mentre affronta la sua personale battaglia contro la fame. Ogni giorno, Hassouna percorre a piedi 4 o 5 ore per cercare acqua e cibo per i suoi nove figli, dedicando anche tempo per raccogliere informazioni e documentare la situazione. La sua condizione è emblematica della crisi: 21 mesi fa pesava 100 kg, ma ora il suo peso è sceso a poco più della metà. La sua testimonianza mette in luce non solo la sofferenza individuale, ma anche la disperazione collettiva di un’intera popolazione, costretta a vivere in un contesto di emergenza umanitaria senza precedenti.