Latina, 24 luglio 2025 – La Regione Lazio ha annunciato la conferma di due nuovi casi di West Nile Virus, identificati dall’Asl di Latina e successivamente verificati tramite analisi condotte presso il laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS. Questa situazione evidenzia la necessità di un monitoraggio attento e di misure preventive nella provincia.
Nuovi casi di West Nile virus
Due nuovi pazienti sono stati registrati: un uomo di 71 anni, già dimesso, e una donna di 76 anni, attualmente ricoverata in un reparto ordinario a causa di comorbidità. Con l’aggiunta di questi casi, il numero totale di infezioni da West Nile Virus nel 2025 sale a nove, tutti localizzati nella provincia di Latina. Tra i casi precedenti, si segnala il decesso di una paziente avvenuto la scorsa settimana all’ospedale di Fondi. Attualmente, un paziente è in terapia intensiva, quattro sono ricoverati in reparti ordinari, due sono stati dimessi e uno è in cura domiciliare.
Incontro operativo con i medici
Il 23 luglio 2025, si è tenuta una riunione operativa che ha visto la partecipazione di 290 medici, organizzata dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS in collaborazione con l’Asl Latina e la Regione Lazio. Questo incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle strategie regionali da adottare. Hanno preso parte all’incontro medici di medicina generale della provincia, membri della Rete regionale di malattie infettive, medici dei Pronti Soccorso e rappresentanti della rete Servizi Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della Regione Lazio. Durante la riunione, è stata discussa la situazione nell’area pontina, dove sono stati implementati interventi di bonifica e disinfestazione, insieme a programmi di formazione per il personale sanitario e campagne di sensibilizzazione per la popolazione riguardo alla protezione dalle punture di zanzara.
Aspetti clinici e gestione dell’infezione
Gli esperti presenti hanno illustrato in dettaglio il contesto epidemiologico e la patogenesi del West Nile Virus, nonché le modalità di gestione clinica dell’infezione. Questo virus, che spesso risulta asintomatico o causa sintomi lievi, può manifestarsi in forma neurologica con un decorso bifasico. Nella fase iniziale, si presenta come sindrome febbrile acuta aspecifica, che in una ristretta percentuale di casi può evolvere in un’infezione neurologica invasiva, specialmente in soggetti anziani o con fragilità. I sintomi comuni in questa fase includono febbre, cefalea, nausea, vomito, diarrea e rash esantematico.
La forma neurologica invasiva può manifestarsi come meningoencefalite o paralisi flaccida. Sebbene la letalità sia generalmente bassa nella popolazione generale, nei casi gravi può raggiungere il 10%. È stato sottolineato che il West Nile Virus deve essere considerato nella diagnosi differenziale e che il teleconsulto è raccomandato per i pazienti sospetti. La conferma della positività richiede analisi di laboratorio effettuate presso l’INMI Spallanzani, laboratorio regionale di riferimento.
Raccomandazioni per la prevenzione
In linea con le direttive regionali, è fondamentale adottare le seguenti misure:
- Intensificare gli interventi di bonifica e disinfestazione nelle aree colpite.
- Informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della protezione dalle punture di zanzara.
- Fornire aggiornamenti costanti ai professionisti sanitari per garantire una corretta diagnosi e gestione dei casi.
- Segnalare tempestivamente i casi sospetti di arbovirosi ai servizi di igiene e sanità pubblica.
- Inviare campioni biologici ai laboratori di riferimento per la diagnosi.