West Nile: aumento dei casi, 8 ricoverati in Campania e 2 nel Lazio. Ecco come proteggersi.

Rosita Ponti

Luglio 24, 2025

Aumentano le segnalazioni di casi di febbre da virus West Nile in Italia, in particolare dopo il decesso di una donna di 82 anni avvenuto a Latina il 20 luglio 2025. Da quel momento, il numero di contagi ha subito un incremento significativo, passando dai 10 casi accertati dall’Istituto Superiore di Sanità fino a ieri, con due decessi, ai 20 casi attuali. La situazione ha destato preoccupazione, con 8 nuovi ricoveri segnalati nella regione Campania e ulteriori due casi nel Lazio.

Misure di prevenzione in atto

Le autorità sanitarie hanno intensificato le misure di prevenzione per contrastare la diffusione del virus. Oltre ai piani di disinfestazione attuati sul territorio, sono state implementate procedure di sicurezza riguardanti le donazioni di sangue e i trapianti. La febbre da virus West Nile, trasmessa principalmente dalle zanzare, non è contagiosa da persona a persona, ma in rari casi può essere trasmessa attraverso trasfusioni di sangue, trapianti di organi e, in situazioni eccezionali, durante la gravidanza.

Casi segnalati in Campania e Lazio

Attualmente, otto casi di infezione da virus West Nile sono stati registrati a Napoli, di cui quattro in condizioni gravi e ricoverati in rianimazione presso gli ospedali Moscati di Aversa e Cotugno di Napoli. La maggior parte di queste persone ha trascorso del tempo nella zona di Baia Domizia, nel Casertano, dove è stato identificato un cluster di infezione. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha dichiarato che, nonostante la situazione sia seria, non ci sono motivi di allerta eccessiva. Inoltre, sono stati confermati due casi nel Lazio, segnalati dall’ASL di Latina, portando il totale a 9 casi accertati nel 2025 nella provincia di Latina.

Informazioni sulla malattia e sintomi

Il virus West Nile è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare dal genere Culex pipiens, che colpisce principalmente gli uccelli selvatici. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e possono occasionalmente trasmettere il virus a ospiti accidentali come gli esseri umani e i cavalli. A differenza della zanzara tigre, il vettore principale è la zanzara comune notturna, che punge prevalentemente dal tramonto all’alba. La trasmissione può avvenire anche tramite trasfusioni di sangue e trapianti di organi, con rare segnalazioni di infezioni congenite.

La maggior parte delle persone infette non manifesta sintomi, ma tra coloro che presentano sintomi, circa il 20% accusa disturbi lievi come febbre, mal di testa, nausea e vomito. Questi sintomi possono durare da pochi giorni a qualche settimana e variano in base all’età. Nei bambini, è più comune osservare febbre leggera, mentre nei giovani si riscontrano febbre alta e dolori muscolari. Negli anziani e nei soggetti immunodepressi, la sintomatologia può essere più severa, con manifestazioni gravi che si presentano in meno dell’1% dei casi.

Attività di sorveglianza e misure preventive

Il Ministero della Salute ha diramato una circolare alle Regioni per potenziare la sorveglianza sui casi umani di infezione da virus West Nile e Usutu Virus. È stata organizzata una riunione operativa con 290 medici dell’Istituto Spallanzani per discutere le strategie di monitoraggio. Per prevenire la trasmissione del virus tramite trasfusioni, il Centro Nazionale Sangue ha implementato test specifici per la febbre da West Nile, raccomandando di evitare la sospensione temporanea della donazione per un periodo di 28 giorni per i donatori che hanno soggiornato nelle aree colpite.

Le piogge abbondanti e le ondate di caldo, insieme ai movimenti migratori degli uccelli, hanno contribuito alla proliferazione del virus in diverse Regioni. La Società di Medicina Veterinaria Preventiva e la Rete degli Istituti Zooprofilattici sono attivamente coinvolte nel monitoraggio degli animali portatori del virus, come equidi e uccelli, per contenere la diffusione della malattia.

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