Nel primo semestre del 2025 gli accessi brevi dell’Agenzia delle Entrate sono quadruplicati rispetto al 2024. Il Direttore Carbone chiarisce la strategia: più controlli, meno contenziosi.
Nel corso dei primi sei mesi del 2025, l’Agenzia delle Entrate ha registrato un netto incremento delle attività ispettive brevi, raggiungendo quota 22.000 accessi in presenza, a fronte dei circa 5.500 effettuati nello stesso periodo del 2024. Il dato è stato reso pubblico dal Direttore Vincenzo Carbone, in una lunga intervista rilasciata al Sole24Ore, la prima da quando ha assunto l’incarico lo scorso dicembre. Secondo quanto dichiarato, l’obiettivo principale di questa intensificazione è favorire la regolarizzazione spontanea da parte dei contribuenti, prima dell’avvio delle tradizionali procedure di accertamento. Una scelta strategica che mira ad abbattere il numero dei contenziosi e a rafforzare il rapporto di collaborazione tra Fisco e cittadini.
La nuova strategia del Fisco: più dialogo, meno sanzioni
Compliance e prevenzione sono le parole chiave che descrivono il nuovo corso operativo tracciato dall’Agenzia. L’approccio voluto da Carbone è chiaro: agire a monte, intercettando le irregolarità attraverso l’analisi dei dati e i controlli brevi, senza rinunciare agli strumenti tradizionali. A dimostrarlo, oltre all’aumento degli accessi in sede, ci sono i numeri delle lettere di compliance, che nel 2024 hanno fruttato circa 4,5 miliardi di euro per lo Stato. Strumenti che si affiancano alle consuete verifiche su dichiarazioni dei redditi, da cui ogni anno vengono generate in media 6,5 milioni di comunicazioni di irregolarità.

Il Direttore ha sottolineato come il contenzioso fiscale venga percepito come una sconfitta per tutte le parti in causa. L’intento, dunque, è quello di limitare le cause, potenziando il dialogo preventivo con il contribuente. All’interno di questo quadro, gli accessi brevi diventano strumenti operativi fondamentali per chiarire le posizioni fiscali prima che l’Agenzia avvii un vero e proprio procedimento.
L’intervista di Carbone offre anche una risposta indiretta alla Corte dei Conti, che nei mesi scorsi aveva sollevato dubbi sulla riduzione dei controlli. Il Direttore precisa che molte attività dell’Agenzia non vengono conteggiate nelle statistiche ufficiali perché si collocano prima dell’accertamento formale, ma rappresentano comunque un’attività concreta di verifica e prevenzione.
Dati incrociati, controlli mirati e meno contenziosi: il nuovo volto dell’Agenzia
Nel quadro delineato dal Direttore Carbone, emerge una trasformazione dell’Agenzia delle Entrate in un centro che, più che punire, mira a prevenire. L’attività ispettiva non scompare, ma cambia forma. Vengono incrociati i dati provenienti da banche dati pubbliche e dichiarazioni fiscali, per individuare incongruenze e inviare tempestivamente comunicazioni ai contribuenti. I 22.000 accessi brevi del 2025 non sono quindi solo un numero, ma il segnale di una nuova filosofia gestionale, più vicina al concetto di compliance e meno legata a un fisco punitivo.
Secondo quanto illustrato, le verifiche in presenza permettono di segnalare in modo diretto e tempestivo eventuali anomalie riscontrate nei dati. Questo favorisce l’adempimento spontaneo e consente di risolvere potenziali situazioni critiche senza arrivare al contenzioso. Un vantaggio anche per l’Amministrazione, che può ottenere risultati concreti senza dover affrontare lunghe e costose fasi giudiziarie.
Il Direttore ha ribadito che le attività ordinarie di controllo non sono state abbandonate: continuano a procedere parallelamente, seguendo percorsi più lunghi e formali. Ma il focus resta sul dialogo e la collaborazione. In sintesi, il Fisco punta a costruire un sistema in cui l’irregolarità venga individuata e corretta prima che si trasformi in evasione, lasciando spazio a una gestione più equilibrata e sostenibile.