Meta ha introdotto in Italia un piano a pagamento per eliminare le pubblicità da Facebook e Instagram. Ma anche con l’abbonamento, rimangono visibili contenuti sponsorizzati da aziende e creator.
Da luglio 2025, Meta ha iniziato a proporre anche agli utenti italiani un abbonamento a pagamento per rimuovere le pubblicità su Facebook e Instagram, con un costo di 7,99 euro al mese per il primo account e 5 euro per ogni profilo aggiuntivo. L’annuncio è arrivato dopo mesi di test e pressioni normative da parte dell’Unione Europea, che ha chiesto maggiore trasparenza nel trattamento dei dati personali, come previsto dal GDPR e dal Digital Markets Act. La sottoscrizione consente agli utenti di disattivare la pubblicità personalizzata basata sui dati, ma non elimina del tutto i contenuti sponsorizzati. Aziende, content creator e influencer possono continuare a promuovere i propri post, che restano visibili anche agli utenti paganti.
I limiti dell’abbonamento senza pubblicità
Il servizio ad-free di Meta è stato presentato come una soluzione definitiva per chi non vuole vedere più inserzioni pubblicitarie. Ma nella pratica, non funziona così. L’abbonamento blocca solo le classiche ads personalizzate, cioè quelle generate attraverso l’analisi dei dati dell’utente. I post sponsorizzati, invece, non spariscono: si tratta di contenuti promozionali pubblicati direttamente da creator o aziende, che vengono mostrati anche agli utenti che hanno pagato. Un dettaglio non secondario, che ha già sollevato diverse critiche.

Chi sceglie di non abbonarsi resta sulla versione gratuita e deve accettare il trattamento dei propri dati personali a fini pubblicitari. Meta, in cambio, propone agli utenti di controllare se i dati possono essere usati per le inserzioni tramite un messaggio comparso su entrambe le app. Non è un passaggio obbligato, ma chi rifiuta viene portato verso l’opzione a pagamento. La notifica è stata inviata a più ondate, senza una data fissa di rollout, e solo alcuni profili hanno ricevuto subito l’accesso alla nuova funzione. Anche in Italia, la distribuzione è stata graduale.
Cosa cambia davvero per privacy e trattamento dei dati
Il vero nodo, però, resta la privacy. Pagando l’abbonamento, Meta dichiara di non utilizzare i dati personali degli utenti a fini pubblicitari. Questo significa che non verranno più analizzati comportamenti, like, messaggi o interazioni per creare pubblicità su misura. Tuttavia, la piattaforma continuerà a mostrare contenuti sponsorizzati generici, che non dipendono dai dati personali.
Secondo le autorità europee, la mossa serve a garantire all’utente una scelta reale tra pubblicità personalizzata e abbonamento. Per Meta, è un passo necessario per evitare sanzioni e continuare a operare nel rispetto del quadro normativo europeo. Nikila Srinivasan, vicepresidente per la messaggistica business, ha dichiarato che il rollout completo richiederà tempo, proprio per adattarsi alle leggi locali e ai feedback degli utenti.
Chi non vuole abbonarsi può comunque intervenire sulle impostazioni del proprio profilo, entrando nel Centro gestione account per modificare le preferenze relative agli annunci. Le associazioni per i consumatori, come Assoutenti, suggeriscono di leggere con attenzione i termini del servizio, poiché alcuni messaggi promozionali vengono presentati con formati ambigui, come gli “Stati” o i “Canali” sponsorizzati, facilmente confondibili con contenuti organici.