Sempre più italiani evitano il costo del passaggio di proprietà auto nel 2025 grazie a una legge poco conosciuta. Scopri chi può usufruirne e come funziona davvero.
Comprare un’auto dovrebbe rappresentare un obiettivo raggiunto, il simbolo di una nuova fase della propria quotidianità. Ma troppo spesso si trasforma in un percorso ad ostacoli, carico di spese aggiuntive che complicano i piani. Una delle più insidiose è proprio il passaggio di proprietà, una voce che in tanti sottovalutano finché non si trovano a pagarla. Tra bollo, emolumenti ACI e costi d’agenzia, può superare anche i 300 euro, soprattutto nel caso dell’acquisto di un veicolo usato.
In un contesto economico in cui ogni euro conta, questa cifra può diventare un ostacolo. Eppure, non tutti sanno che nel 2025 ci sono italiani che non lo hanno pagato. Non per furbizia, ma perché la legge glielo consente, a patto che rientrino in specifici requisiti.
Quanto costa davvero il passaggio di proprietà
Ogni volta che si acquista un’auto, nuova o usata, è obbligatoria la registrazione del nuovo proprietario presso il PRA (Pubblico Registro Automobilistico). È un atto burocratico che si paga, anche quando l’auto viene acquistata da un concessionario, dove i costi sono solo nascosti nel prezzo finale.
Nel dettaglio, le voci di spesa comprendono:
l’imposta provinciale di trascrizione, calcolata in base ai kilowatt del veicolo;
un bollo per l’atto di vendita (32 o 48 euro, a seconda del modulo usato);
gli emolumenti ACI (27 euro);
e in caso di pratica gestita da agenzia, costi di intermediazione.
Nel complesso, è facile superare i 300 euro, una cifra che incide soprattutto quando si acquista sul mercato dell’usato per risparmiare. In un Paese dove le famiglie faticano a tenere sotto controllo le spese fisse, l’assenza di alternative a questa tassa ha creato malumore diffuso. Eppure, la normativa prevede un’esenzione concreta, che in molti ignorano ancora oggi.
Chi può davvero evitare il passaggio di proprietà nel 2025
La possibilità di non pagare nulla per il passaggio esiste, ma riguarda una categoria ben definita: i beneficiari della Legge 104/1992. Un provvedimento pensato per le persone con disabilità, o per i loro familiari a carico fiscalmente, che permette di acquistare un’auto – nuova o usata – senza versare alcuna somma per il trasferimento di proprietà.

La norma è chiara: l’esenzione si applica solo se l’auto viene utilizzata per le esigenze della persona disabile, per spostamenti legati all’assistenza e alla cura, o, se necessario, adeguatamente adattata alle condizioni della persona. In sostanza, lo Stato riconosce il diritto a un mezzo senza gravare economicamente su chi vive una condizione già complessa.
Chi ha usufruito dell’esonero nel 2025 ha potuto risparmiare tempo e denaro. Ma attenzione: non è un automatismo. Serve presentare documentazione che attesti:
il possesso dei requisiti sanitari riconosciuti;
lo stato di carico familiare, se l’auto non è intestata direttamente alla persona disabile;
una dichiarazione di uso esclusivo o prevalente del mezzo per la mobilità della persona con disabilità.
Questi elementi vanno allegati in sede di registrazione presso il PRA. In assenza, l’esenzione viene negata.
L’aspetto meno considerato, ma altrettanto rilevante, è che chi rientra in questa casistica non solo risparmia una spesa importante, ma evita anche le lungaggini burocratiche tipiche di una pratica spesso gestita da terzi.
Conoscere questa possibilità concreta non significa aggirare le regole, ma usare correttamente i diritti previsti dalla legge. In un mercato dove ogni spesa pesa, informarsi può fare la differenza – e nel caso dell’acquisto di un’auto, anche parecchia.