Secondo le informazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal 1° gennaio al 22 luglio 2025, l’Italia ha registrato un totale di 96 casi di dengue e 30 di Chikungunya, con la rassicurazione che nessuno di questi ha avuto esito fatale. La maggior parte dei casi è stata riscontrata in individui che hanno viaggiato verso regioni dove queste malattie sono endemiche, come il Sud America, l’Africa e il Sud-Est asiatico.
Il monitoraggio delle arbovirosi in Italia
L’ISS sottolinea che sia la dengue che la Chikungunya appartengono al gruppo delle arbovirosi, malattie infettive trasmesse da vettori come zanzare e zecche. In Italia, è attivo un sistema di sorveglianza che tiene sotto controllo non solo queste due malattie, ma anche altre infezioni trasmesse da insetti, come il virus Zika, il West Nile, l’Usutu, l’encefalite da zecca e il virus Toscana. Questa rete di monitoraggio è fondamentale per rilevare tempestivamente eventuali focolai e prevenire la diffusione di infezioni.
Dettagli sui casi di Chikungunya e dengue
Focalizzando l’attenzione sui casi di Chikungunya, il bilancio ufficiale al 22 luglio 2025 indica che su 30 casi confermati, 29 sono riconducibili a viaggi all’estero, mentre un caso è stato identificato come autoctono. Questo dato suscita preoccupazione, poiché suggerisce un potenziale rischio di trasmissione locale del virus. Per quanto riguarda la dengue, l’ISS ha già registrato 96 casi dall’inizio dell’anno, di cui tre sono stati trasmessi all’interno del territorio italiano. Queste informazioni evidenziano l’importanza della vigilanza continua e della prevenzione, specialmente durante i periodi estivi, quando l’attività delle zanzare è più intensa e il rischio di trasmissione delle malattie aumenta.
La sorveglianza attiva dell’ISS rappresenta un passo cruciale nella gestione della salute pubblica, permettendo di affrontare in modo efficace le sfide poste dalle arbovirosi e proteggere la popolazione da potenziali epidemie.