Parigi, Londra e Berlino chiedono di fermare la catastrofe umanitaria, Trump attacca Macron

Veronica Robinson

Luglio 26, 2025

Le notizie provenienti da Gaza continuano a essere drammatiche, con un bilancio crescente di vittime e una crisi umanitaria che si aggrava. Secondo le ultime informazioni, 28 persone sono state uccise a causa dei bombardamenti israeliani, portando il numero totale dei bambini morti per fame a 83, con 9 decessi registrati nelle ultime 24 ore. A complicare ulteriormente la situazione, Israele ha distrutto oltre 1000 camion di aiuti umanitari che erano rimasti bloccati al confine per mesi.

I dati dell’unicef e la disperazione delle donne a Gaza

L’Unicef ha lanciato un allarme riguardo alla situazione critica delle donne e dei bambini a Gaza, dove la fame sta causando una crisi senza precedenti. Le statistiche rivelano che una percentuale significativa della popolazione infantile è affetta da malnutrizione, con conseguenze devastanti per la salute. Le madri, costrette a fare i conti con l’assenza di cibo e risorse, vivono una situazione di crescente disperazione. Le organizzazioni umanitarie stanno cercando di fornire assistenza, ma il blocco e le difficoltà logistiche rendono il loro lavoro estremamente complesso. La comunità internazionale è chiamata a intervenire per evitare ulteriori perdite di vite umane.

Israele distrugge 1000 camion di aiuti umanitari per Gaza

Le Forze Armate Israeliane hanno recentemente distrutto una vasta quantità di aiuti umanitari destinati ai residenti della Striscia di Gaza. Questi aiuti, tra cui cibo, attrezzature mediche e acqua, erano rimasti inutilizzati per settimane a causa del blocco israeliano al valico di Kerem Shalom. Fonti militari hanno dichiarato che il materiale è stato sepolto o bruciato, con l’avvertimento che ulteriori aiuti in attesa di trasferimento sarebbero stati distrutti se non trasferiti rapidamente. Questa decisione ha suscitato indignazione tra le organizzazioni umanitarie, che vedono nella distruzione degli aiuti un atto ingiustificato in un contesto già di per sé critico.

Il servizio dell’inviata Lucia Goracci sulla fame a Gaza

Lucia Goracci, corrispondente di guerra, ha recentemente riportato dalla Striscia di Gaza le terribili condizioni di vita dei civili. La sua testimonianza rivela una realtà fatta di fame e sofferenza, dove le famiglie lottano per trovare cibo e acqua. Le sue immagini e i suoi racconti hanno messo in luce la gravità della situazione e l’urgenza di un intervento internazionale. La fame e la malnutrizione stanno mietendo vittime quotidianamente, soprattutto tra i bambini. La comunità globale è chiamata a rispondere con azioni concrete per alleviare le sofferenze di chi vive in questa enclave assediata.

Flotilla arriverà ad Ashdod, rimpatrio per gli attivisti

Un gruppo di attivisti, tra cui due italiani, a bordo della nave Handala della Freedom Flotilla, si sta dirigendo verso Gaza. Si prevede che sbarcheranno questo fine settimana nel porto israeliano di Ashdod. Le autorità israeliane hanno già predisposto le procedure di rimpatrio per gli attivisti, mentre l’ambasciata italiana a Tel Aviv sta seguendo la situazione per garantire assistenza ai propri connazionali all’arrivo. La missione è considerata ad alto rischio a causa del contesto di conflitto in corso.

Carestia a Gaza, intervista al fotografo dello scatto-shock col bimbo scheletrico

La crisi alimentare a Gaza ha attirato l’attenzione internazionale, in particolare dopo la diffusione di immagini strazianti di bambini malnutriti. Un fotografo che ha documentato questa situazione ha condiviso la sua esperienza, evidenziando l’urgenza di un intervento umanitario. Le sue fotografie raccontano storie di sofferenza e speranza, mettendo in luce la resilienza delle famiglie nonostante le avversità. Il mondo deve ascoltare queste storie e agire per prevenire ulteriori tragedie.

Ecco quali altri Paesi membri dell’onu riconoscono la Palestina

Con la recente decisione della Francia di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, il numero totale dei Paesi membri dell’Onu che hanno compiuto questo passo è salito a 148 su 193. Questo sviluppo segna un cambiamento significativo nella diplomazia internazionale riguardante la questione palestinese. La Francia ha annunciato che il riconoscimento sarà ufficializzato a settembre durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sottolineando l’importanza di una pace duratura in Medio Oriente.

Media, rilasciato il Gran Mufti di Gerusalemme

Il Gran Mufti di Gerusalemme, sceicco Muhammad Hussein, è stato rilasciato dalla polizia israeliana dopo un arresto avvenuto all’interno del complesso della moschea di Al-Aqsa. La sua detenzione ha sollevato preoccupazioni tra i palestinesi, che vedono in questo atto una violazione dei diritti religiosi. Dopo il rilascio, è stato imposto a Hussein un divieto di ingresso nella moschea fino a domenica, con ulteriori interrogatori previsti per la stessa giornata.

Trump: “Quello che dice Macron non conta nulla”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato il riconoscimento della Palestina da parte della Francia, affermando che non avrà alcun impatto sul conflitto in Medio Oriente. Trump ha definito Macron un “bravo ragazzo”, ma ha sottolineato che le sue dichiarazioni non hanno valore. Questo scambio di opinioni riflette le tensioni persistenti tra le posizioni internazionali riguardo al conflitto israelo-palestinese.

Starmer, Macron e Merz: “Stop alla catastrofe umanitaria a Gaza”

I leader di Regno Unito, Francia e Germania hanno lanciato un appello urgente per fermare la catastrofe umanitaria a Gaza. La dichiarazione congiunta segue una call tra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz, evidenziando la necessità di un intervento immediato per porre fine alle sofferenze dei civili. Questo appello rappresenta una risposta alle affermazioni del governo israeliano che minimizza la situazione umanitaria a Gaza, contraddetta da rapporti di organizzazioni internazionali.

IDF consentirà lanci di cibo su Gaza: “Ma non c’è carestia”

Israele ha annunciato che permetterà a Paesi stranieri di effettuare lanci di cibo su Gaza, nonostante affermi che non esiste una carestia. Il coordinatore israeliano delle attività governative nei territori ha descritto la situazione come difficile ma non caratterizzata da carestia diffusa. Questa dichiarazione ha suscitato scetticismo tra le organizzazioni umanitarie, che continuano a segnalare una crisi alimentare grave.

L’agenzia palestinese Wafa: Israele ha arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme

L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riportato l’arresto del Gran Muftì di Gerusalemme, sceicco Muhammad Hussein, da parte delle forze israeliane. L’arresto è avvenuto dopo la preghiera del venerdì nella moschea di Al-Aqsa e ha sollevato preoccupazioni tra i palestinesi per la libertà di culto. Il Dipartimento per le dotazioni islamiche ha denunciato l’accaduto, sottolineando la gravità della situazione.

Ministro Tajani: “Stato di Palestina? Si solo se riconosce lo Stato d’Israele”

Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato che l’Italia sostiene una soluzione che preveda due Stati, ma ha sottolineato che il riconoscimento della Palestina deve avvenire in concomitanza con il riconoscimento dello Stato d’Israele. Tajani ha esortato a porre fine alle violenze e ha ribadito l’impegno dell’Italia nell’accogliere rifugiati da Gaza.

Media: i negoziati per la tregua a Gaza riprenderanno la prossima settimana

Secondo quanto riportato dalla rete televisiva egiziana Al Qahera News TV, i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza riprenderanno la prossima settimana. La squadra negoziale israeliana è rientrata in patria per consultazioni, mentre le parti coinvolte cercano di trovare un accordo per fermare le ostilità.

Khan Younis: gente in strada, il boato dell’esplosione

A Khan Younis, i residenti si sono riuniti in strada dopo aver udito un forte boato, segno dell’intensificarsi dei bombardamenti nella zona. La paura e l’ansia sono palpabili tra la popolazione, che continua a vivere in un clima di incertezza e violenza.

MSF, a Gaza un quarto dei bimbi e delle mamme è malnutrito

Medici Senza Frontiere ha segnalato che il 25% dei bambini e delle donne in gravidanza o che allattano a Gaza sono affetti da malnutrizione. Nella clinica di Gaza City, il numero di pazienti malnutriti è quadruplicato da maggio, con un aumento drammatico dei casi di malnutrizione grave tra i bambini. L’organizzazione ha denunciato che anche il personale sanitario sta soffrendo la carenza di cibo, evidenziando l’urgenza di un intervento umanitario.

Ministero della Salute di Gaza, almeno 115 i morti per fame da inizio guerra

Il Ministero della Salute di Gaza ha dichiarato che almeno 115 palestinesi sono morti di fame dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023. La maggior parte delle vittime sono bambini e il numero continua a crescere, sollevando preoccupazioni per la salute pubblica e la sicurezza alimentare nella regione.

Macron: “La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina a settembre. Durante un discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco immediato e di un massiccio aiuto umanitario per la popolazione di Gaza. Macron ha anche ribadito l’importanza di costruire uno Stato di Palestina vitale, in grado di garantire la sicurezza nella regione.

L’agenzia palestinese Unrwa: “I nostri operatori svengono per la fame, a Gaza non ci sono né vivi né morti ma cadaveri ambulanti”

Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, ha denunciato che gli operatori umanitari stanno svenendo per la fame mentre lavorano a Gaza. Ha descritto la situazione come insostenibile, con le persone che vivono in condizioni disumane. Lazzarini ha esortato la comunità internazionale a intervenire per salvare vite e ripristinare la dignità umana nella regione.

Ministro israeliano di ultradestra: “Tutta Gaza sarà ebraica, la stiamo cancellando”

Il ministro israeliano Amihai Ben-Eliyahu ha rilasciato dichiarazioni provocatorie, affermando che il governo sta lavorando per “cancellare” Gaza. Le sue parole hanno suscitato indignazione e preoccupazione tra le organizzazioni per i diritti umani e la comunità internazionale, che vedono in queste affermazioni una minaccia alla pace e alla stabilità nella regione.

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