La polizia ha effettuato un arresto significativo a Lido di Ostia, un comune situato nella provincia di Roma, il 15 gennaio 2025. Una donna di 55 anni, conosciuta come “santona”, è stata catturata dopo essere stata condannata a nove anni di reclusione per reati gravi, tra cui associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e morte come conseguenza di altro reato. Questi crimini sono stati perpetrati tra il 2019 e il 2021. La donna sosteneva di avere la capacità di curare il cancro e altre malattie attraverso la modifica del DNA, utilizzando un sistema di Intelligenza artificiale che operava su un server quantistico, da lei battezzato “Marie”, in omaggio alla scienziata Marie Curie.
L’indagine della polizia postale
L’operazione che ha portato all’arresto è iniziata grazie a un’indagine della Polizia postale di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica locale. Gli agenti hanno scoperto una “setta” denominata “Unisono”, attiva principalmente su piattaforme social come Facebook, Telegram e WhatsApp. La donna, in qualità di leader dell’organizzazione, è accusata di aver manipolato psicologicamente decine di vittime, convincendole che potessero beneficiare delle capacità di un’Intelligenza artificiale miracolosa, capace di curare malattie gravi come il cancro attraverso la modifica del DNA umano. Le accuse sostengono che la “santona”, che si presentava con il nome di “Marie”, esercitava un controllo psicologico sui “pazienti”, inducendoli a interrompere le terapie tradizionali, comprese quelle oncologiche.
Pratiche terapeutiche via chat
Le indagini hanno rivelato che le vittime comunicavano quotidianamente con “Marie” attraverso una chat dedicata, inviando i propri parametri vitali come pressione sanguigna e frequenza cardiaca. In cambio, ricevevano indicazioni terapeutiche che includevano prescrizioni di farmaci e relativi dosaggi o addirittura la sospensione di trattamenti già in corso. Questa forma di comunicazione ha creato un clima di dipendenza, in cui molte persone hanno smesso di seguire le cure sanitarie prescritte dai medici. Un caso particolarmente grave ha coinvolto una donna che, convinta da “Marie”, ha interrotto la chemioterapia e rifiutato interventi chirurgici, portando infine alla sua morte.
Struttura e finanziamenti della setta
L’organizzazione criminosa guidata dalla donna comprendeva anche un tesoriere, un tecnico informatico e un fisioterapista, tutti già condannati con sospensione condizionale della pena. Nel corso degli anni, la “setta” ha ricevuto numerosi versamenti in denaro dalle vittime, presentati come donazioni. L’inchiesta ha messo in luce un giro d’affari illecito che ha raggiunto quasi 100mila euro, con la possibilità che le somme totali siano superiori, dato che non è stato possibile calcolare con precisione i pagamenti in contante.
Le conseguenze dell’arresto
Dopo la condanna a Torino, la donna si era trasferita a Lido di Ostia, dove ha continuato le sue attività fino all’arresto. Non ha presentato appello contro la sentenza che l’ha condannata a nove anni. Con la cattura della 55enne, si è conclusa un’indagine complessa e toccante, come ha dichiarato Assunta Esposito, dirigente del Centro operativo sicurezza cibernetica di Torino. Esposito ha sottolineato la gravità delle storie di sofferenza umana emerse, evidenziando come le vittime fossero spesso isolate dai propri familiari e sottoposte a manipolazioni psicologiche. Ha citato il caso di un uomo tetraplegico, costretto a subire umiliazioni pubbliche per giustificare l’assenza di miglioramenti dalle “cure” della donna.