Tre vittime sul lavoro: l’operaio racconta la mancanza di sicurezza nella ditta

Veronica Robinson

Luglio 27, 2025

Giuseppe Iaquinangelo, un ex operaio di un cantiere di Napoli, è rimasto gravemente ferito a causa di un incidente sul lavoro avvenuto dieci anni fa. Oggi, costretto sulla sedia a rotelle, racconta la sua esperienza e denuncia la mancanza di adeguate misure di sicurezza che ha caratterizzato il suo luogo di lavoro. La sua storia si intreccia con quella di tre operai che hanno perso la vita in un tragico incidente avvenuto il 25 luglio 2025, mentre lavoravano nello stesso cantiere.

Il racconto di un incidente grave

Nel 2015, Giuseppe Iaquinangelo stava svolgendo il suo lavoro in un cantiere di Napoli, quando un’improvvisa caduta da un’altezza di circa dieci metri ha cambiato la sua vita. L’incidente lo ha lasciato con gravi conseguenze fisiche, costringendolo a vivere su una sedia a rotelle. Oggi, Iaquinangelo si trova a riflettere sulla sua esperienza e sulle condizioni di sicurezza che, a suo avviso, erano del tutto insufficienti. La sua testimonianza arriva in un momento in cui la comunità è scossa dalla morte di tre operai, avvenuta in circostanze simili, sollevando interrogativi sull’efficacia delle normative di sicurezza sul lavoro.

Il titolare della ditta per cui lavorava Iaquinangelo, inizialmente condannato a sei mesi per lesioni colpose, ha visto il suo reato prescriversi in appello. Questo fatto ha suscitato indignazione tra i lavoratori e le loro famiglie, che denunciano una cultura della sicurezza ancora troppo carente nel settore edile. La storia di Giuseppe non è un caso isolato; purtroppo, rappresenta una realtà che continua a ripetersi, mettendo in evidenza l’urgenza di un cambiamento.

La sicurezza sul lavoro: un tema cruciale

La questione della sicurezza sul lavoro è tornata prepotentemente alla ribalta dopo l’incidente di venerdì scorso al Rione Alto di Napoli. Le famiglie delle vittime chiedono giustizia e misure concrete per evitare che simili tragedie possano ripetersi. Giuseppe Iaquinangelo, con il suo racconto, si unisce a questo coro di richieste, sottolineando l’importanza di implementare protocolli di sicurezza rigorosi e di garantire la formazione adeguata per tutti i lavoratori.

La mancanza di protezioni adeguate nei cantieri è un problema noto, eppure le misure di sicurezza continuano a essere trascurate. Gli operai, spesso costretti a lavorare in condizioni precarie, si trovano a rischio costante. La testimonianza di Iaquinangelo è un richiamo a una maggiore responsabilità da parte delle aziende, che devono garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto.

La comunità di Napoli, colpita da questi eventi tragici, si mobilita per chiedere giustizia e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di riforme nel settore della sicurezza sul lavoro. È fondamentale che le istituzioni ascoltino queste richieste e che venga intrapresa un’azione concreta per proteggere la vita di chi lavora. La storia di Giuseppe Iaquinangelo non deve essere dimenticata, ma deve invece servire da monito per costruire un futuro più sicuro per tutti gli operai.

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