Diagnosi di Alzheimer: da 3,5 a 4,1 anni dopo l’insorgenza dei sintomi

Veronica Robinson

Luglio 28, 2025

Servono dai 3,5 ai 4,1 anni per diagnosticare lAlzheimer a partire dalla comparsa dei primi sintomi. Questa informazione emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’University College London (UCL) e pubblicato sull’International Journal of Geriatric Psychiatry. Si tratta della prima revisione sistematica e meta-analisi delle evidenze globali che analizza il tempo necessario per arrivare a una diagnosi di demenza.

L’indagine ha coinvolto l’analisi di dati provenienti da 13 studi precedentemente pubblicati, realizzati in diverse nazioni tra cui Europa, Stati Uniti, Australia e Cina, per un totale di 30.257 partecipanti. Gli esperti hanno stimato il tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi, identificati attraverso colloqui o cartelle cliniche fornite da pazienti o familiari, e la diagnosi definitiva di demenza. Le ricerche precedenti indicano che solo il 50-65% dei casi viene effettivamente diagnosticato nei paesi sviluppati, con percentuali ancora più basse in molte altre nazioni.

Importanza della diagnosi precoce

Una diagnosi tempestiva è fondamentale, poiché può migliorare l’accesso ai trattamenti e, per alcuni pazienti, prolungare il periodo in cui convivono con una demenza lieve prima che i sintomi si aggravino. Vasiliki Orgeta, autrice principale dello studio, sottolinea l’importanza di riconoscere i sintomi e cercare aiuto il prima possibile. Nella loro analisi, i ricercatori hanno scoperto che, in media, trascorrono 3,5 anni tra la comparsa dei sintomi e la diagnosi, un periodo che si allunga a 4,1 anni nei casi di demenza ad esordio precoce. Alcuni gruppi di pazienti, come quelli con un’età più giovane al momento dell’insorgenza dei sintomi o con demenza frontotemporale, sono maggiormente soggetti a ritardi diagnostici.

Barriere alla diagnosi

I sintomi della demenza sono spesso fraintesi come normali segni dell’invecchiamento. Inoltre, fattori come la paura, lo stigma e la scarsa consapevolezza riguardo alla malattia possono dissuadere le persone dal cercare aiuto. All’interno dei sistemi sanitari, l’inefficienza nei percorsi di invio, la limitata disponibilità di specialisti e la scarsità di ambulatori dedicati alla memoria contribuiscono a ritardi significativi nelle diagnosi. I ricercatori concludono che è necessario affrontare queste problematiche per migliorare il riconoscimento e la gestione della demenza, garantendo un accesso più rapido e adeguato alle cure necessarie.

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