In un paesino della Basilicata vivono più ultracentenari che bambini: cosa succede a questo borgo-laboratorio della longevità

Veronica Robinson

Luglio 28, 2025

Nel cuore della Basilicata, dove la vita sembra scorrere al rallentatore, c’è un borgo che sfida ogni statistica demografica: qui i centenari superano i bambini. E non è un caso.

Un luogo in cui l’età è solo un numero e dove la vecchiaia non è vista come un limite, ma come una seconda giovinezza. Stiamo parlando di Accettura, un piccolo paese della provincia di Matera, noto per il “Maggio” – un’antica festa arborea – ma oggi al centro dell’attenzione scientifica per un motivo molto diverso: l’incredibile numero di ultracentenari. Secondo gli ultimi dati ISTAT e ricerche condotte sul territorio, gli abitanti con più di 100 anni sono più numerosi dei bambini sotto i 10. E non si tratta di una coincidenza.

Uno stile di vita immutato nel tempo

Camminare ogni giorno, mangiare poco, coltivare l’orto, ridere spesso. Questi sono i pilastri su cui si basa la quotidianità ad Accettura. Niente supermercati, pochissima automazione, ritmi lenti e una comunità che si prende cura dei suoi anziani. I centenari di questo borgo non vivono isolati: sono al centro della vita sociale, cucinano, partecipano alle attività religiose e raccontano storie ai più giovani. Tutto ciò stimola la memoria e l’umore, due fattori che la scienza riconosce come fondamentali per una vecchiaia in salute.

La dieta è povera ma completa: pane fatto in casa, legumi, verdure dell’orto, erbe spontanee, pochissima carne e vino rosso in quantità modesta. Una cucina che ricalca la dieta mediterranea tradizionale, prima dell’avvento del cibo industriale. Non ci sono segreti, ma una combinazione di buone abitudini mantenute con coerenza per decenni.

Il paese osservato da ricercatori e medici

Accettura è diventato un caso di studio. Ricercatori dell’Università di Basilicata e dell’Istituto Superiore di Sanità hanno avviato diversi progetti di osservazione, monitorando parametri biologici, abitudini alimentari e relazioni sociali dei longevi del borgo. Si è scoperto che molti di loro non assumono farmaci, hanno una pressione sanguigna stabile e un sistema immunitario sorprendentemente efficiente, nonostante l’età avanzata.

Gli scienziati hanno anche riscontrato una scarsa incidenza di malattie neurodegenerative, come Alzheimer o Parkinson, e una longevità che non è solo “quantitativa” ma anche “qualitativa”: gli anziani sono lucidi, autonomi, attivi. Questo ha spinto a parlare di Accettura come di un “laboratorio naturale della longevità”, una sorta di zona blu italiana, come l’Ogliastra in Sardegna o Okinawa in Giappone.

L’altra faccia della medaglia: la fuga dei giovani

Ma dietro questo miracolo demografico, si nasconde un’altra verità: la carenza di nascite. I giovani lasciano il paese in cerca di lavoro, soprattutto verso il Nord o all’estero. Le scuole chiudono, le culle restano vuote, e le strade si animano quasi esclusivamente di volti segnati dal tempo. I bambini sono pochissimi e spesso arrivano solo d’estate, quando le famiglie originarie tornano al paese per le vacanze.

Questo ha creato un paradosso unico: una comunità viva, longeva, coesa… ma senza un ricambio generazionale. C’è chi propone di trasformare Accettura in un centro di turismo della salute, dove anziani da tutta Italia (e non solo) possano trasferirsi per migliorare la qualità della vita, attirati dall’ambiente sano e dalla rete sociale solidale.

Intanto il paese continua a raccontare la sua storia attraverso i sorrisi dei suoi centenari, veri e propri archivi viventi della memoria, che camminano ogni giorno per le strade con la stessa fierezza con cui, decenni fa, zappavano la terra.

Accettura non è un’eccezione: è un esempio. E forse, in un mondo che invecchia, è proprio da qui che bisogna ripartire.

 

×