La notizia che ha scosso l’opinione pubblica proviene dal sindacato della polizia penitenziaria. Nella giornata di ieri, un ragazzo di 17 anni è riuscito a evadere dal carcere minorile Beccaria di Milano. Il giovane era stato arrestato con l’accusa di rapina.
Dettagli sull’episodio
Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato, ha fornito dettagli sull’episodio: “Il giovane è scappato scavalcando alcune inferriate. Questo evento riaccende l’attenzione su una situazione che sembrava dimenticata, riguardante il Beccaria, noto per essere uno degli istituti penali per minorenni più problematici, e sulle evasioni che si stanno ripetendo”.
Incremento delle evasioni
Di Giacomo ha poi analizzato la questione in un contesto più ampio, segnalando un incremento del 300% nel numero di evasioni e tentativi di fuga negli ultimi mesi. Questo dato evidenzia l’urgenza di affrontare il problema della sorveglianza e della carenza di personale all’interno delle strutture penitenziarie. “Negli istituti come il Beccaria, ci si trova spesso con un numero insufficiente di agenti, talvolta solo 4 per sorvegliare 60-70 detenuti. L’unico a non rendersi conto della situazione è il sottosegretario Andrea Delmastro, che continua a diffondere messaggi di ottimismo, affermando che tutto è sotto controllo. Tuttavia, le cronache recenti riportano già quattro evasioni e tentativi in una sola settimana. Il Beccaria, in particolare, presenta sfide notevoli, sia per l’età che per la provenienza dei giovani detenuti”.
Preoccupazioni sul sistema carcerario
In aggiunta, Di Giacomo ha espresso preoccupazione riguardo all’attuale sistema carcerario per minori, definendolo inefficace. “Non solo non serve a nulla, ma si trasforma in una vera e propria scuola per delinquere, con il 90% dei giovani che finisce per intraprendere una carriera criminale, passando poi al carcere ordinario. Il 70% dei ragazzi è in custodia cautelare, con una permanenza media di poco più di 100 giorni. Durante il 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere è stato per custodia cautelare. Tra gli ingressi rimanenti, ben oltre la metà (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà”.
Necessità di riforme
Le dichiarazioni di Di Giacomo pongono in evidenza una situazione critica all’interno delle strutture penitenziarie per minorenni, sottolineando la necessità di riforme e di un’adeguata attenzione alle problematiche legate alla sicurezza e alla gestione dei detenuti.