Consultori Familiari: cinquant’anni dopo, l’importanza dell’ostetrica nei servizi locali

Rosita Ponti

Luglio 29, 2025

Sono trascorsi cinquant’anni dalla promulgazione della legge 405 del 29 luglio 1975, che ha dato vita ai consultori familiari in Italia. Queste strutture sono state create per fornire servizi sanitari e psicosociali a donne, coppie e famiglie, rappresentando una conquista importante dei movimenti femminili e femministi. I consultori hanno garantito l’accesso a servizi fondamentali come la contraccezione, la salute riproduttiva e la prevenzione. Tuttavia, nel 2025, la rete consultoriale presenta delle lacune significative: delle 2.900 strutture previste, solo poco più di 1.200 sono attive. Questa situazione preoccupa la presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Ostetriche (FNOPO), Silvia Vaccari, che sottolinea l’importanza del ruolo dell’ostetrica nella sanità territoriale, in grado di supportare le donne in tutte le fasi della loro vita.

Il ruolo dei consultori nella vita delle donne

I consultori familiari non si limitano a essere semplici ambulatori, ma si configurano come spazi di ascolto, accoglienza e orientamento. In questo contesto, l’ostetrica svolge un ruolo centrale, accompagnando le donne dall’adolescenza alla menopausa. Le competenze dell’ostetrica comprendono educazione sessuale, contraccezione, vaccinazioni, prevenzione oncologica, gravidanza, puerperio e salute pelvica. Silvia Vaccari afferma che l’ostetrica è una presenza costante, capace di instaurare una relazione di fiducia. Questo supporto si estende anche al domicilio, con interventi di home visiting per l’allattamento e la genitorialità, oltre a riconoscere situazioni di disagio come la depressione post-partum. La figura dell’ostetrica è quindi fondamentale per garantire un’assistenza completa e personalizzata alle donne, contribuendo al loro benessere fisico e psicologico.

Carenze e disomogeneità nel sistema consultoriale

Nonostante il valore intrinseco del modello consultoriale, il sistema è attualmente afflitto da carenze strutturali significative. La mancanza di personale, in particolare ostetriche, ginecologi, psicologi e assistenti sociali, rappresenta una delle principali criticità. Ad oggi, esiste un consultorio ogni 32.000 abitanti, mentre la legge prevede un rapporto di uno ogni 20.000. Questa disomogeneità è evidente tra le diverse regioni italiane. Alla luce del Decreto Ministeriale 77 sulle cure territoriali e del crescente ruolo delle Case della Comunità, è necessario ripensare il modello consultoriale, adattandolo ai cambiamenti sociali e culturali in atto. È fondamentale sviluppare una rete più flessibile, capillare e inclusiva, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze della popolazione.

Proposte per un consultorio più accessibile e inclusivo

Le ostetriche propongono un modello innovativo per i consultori, in grado di rispondere alle necessità delle persone nei loro contesti di vita. Tra le proposte figurano orari di apertura flessibili, che includono anche serate e weekend, incontri sia in presenza che online, attività decentrate in aree periferiche o in spazi comunitari, e percorsi specifici per genitori adolescenti, padri, famiglie straniere e membri della comunità LGBTQ+. Inoltre, si suggeriscono gruppi di sostegno per genitorialità fragile, peer educator e mediatori culturali, insieme a spazi dedicati ai giovani adulti, che includano anche le nuove identità maschili. Queste iniziative mirano a rendere i consultori più accessibili e rispondenti alle diverse esigenze della popolazione.

Il valore del tempo e della relazione nella cura

Un aspetto cruciale sollevato dalle ostetriche è la questione del tempo. La relazione con le donne è fondamentale, ma spesso viene sacrificata a causa della mancanza di tempo. Le ostetriche esprimono la loro soddisfazione nel vedere donne e bambini prosperare, ma avvertono anche che la fretta e le difficoltà informatiche possono ostacolare la qualità dell’assistenza. È essenziale che ogni intervento sia guidato dall’unicità della persona, riconoscendo che mentre le prestazioni possono essere standardizzate, ogni individuo è unico e merita un’attenzione personalizzata.

A cinquant’anni dalla creazione dei consultori, è fondamentale rinnovare il loro valore e la loro funzione. Secondo Silvia Vaccari, è cruciale rafforzare la presenza delle ostetriche, valorizzando il loro ruolo clinico, educativo e preventivo. Solo attraverso questo approccio sarà possibile costruire una sanità pubblica territoriale realmente orientata alla prevenzione e alla prossimità, creando consultori accoglienti, flessibili e inclusivi, capaci di rispondere alle sfide del presente.

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