L’accordo sui dazi provoca malcontento in Europa: “Ingiusto e sbilanciato”

Veronica Robinson

Luglio 29, 2025

L’accordo sui dazi tra Unione Europea e Stati Uniti ha generato un acceso dibattito e una certa insoddisfazione tra i membri dell’Unione. Dopo l’intesa annunciata domenica scorsa in Scozia da Donald Trump e Ursula von der Leyen, si è diffuso un clima di malcontento, specialmente in Europa. L’accordo stabilisce un’aliquota unica del 15% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, ma alcuni Stati membri hanno espresso preoccupazione per un possibile squilibrio a favore degli americani. Fonti autorevoli, come il Financial Times, hanno descritto l’intesa come una “resa” dell’Unione, mentre il New York Times ha sottolineato che il patto ha concesso a Trump molto di quanto desiderava, senza offrire a Bruxelles contropartite soddisfacenti.

A Bruxelles, i funzionari hanno cercato di difendere l’accordo. Maros Sefcovic, commissario al Commercio, ha affermato che si tratta del miglior risultato possibile in circostanze difficili, avvertendo che una guerra commerciale avrebbe avuto conseguenze devastanti per il commercio transatlantico, portando a dazi ben più elevati.

Le reazioni delle cancellerie europee

Le reazioni delle varie cancellerie europee sono state contrastanti. Molti leader hanno cercato di trovare un lato positivo, sottolineando che senza l’accordo la situazione sarebbe stata peggiore, con il rischio di una guerra tariffaria tra Europa e Stati Uniti. Tuttavia, diversi Paesi, tra cui Francia e Spagna, hanno criticato aspramente l’accordo. Il premier francese, François Bayrou, ha definito il giorno della firma “buio”, lamentando che l’alleanza europea ha scelto di sottomettersi. Viktor Orban, primo ministro ungherese, ha commentato in modo diretto, affermando che Trump ha “mangiato Von der Leyen a colazione” e che sarà difficile presentare l’accordo come un successo.

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha espresso il suo supporto all’accordo, ma senza entusiasmo. D’altra parte, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha dichiarato di essere insoddisfatto, sottolineando che l’economia tedesca subirà un danno significativo. Tuttavia, i principali esportatori europei verso gli Stati Uniti, Germania e Italia, hanno accolto l’accordo con un certo ottimismo. Giorgia Meloni ha avvertito che è necessario esaminare i dettagli dell’intesa, sottolineando che l’accordo attuale è giuridicamente non vincolante.

Le sfide in Parlamento

Il Parlamento Europeo, con sede a Strasburgo, rappresenta il prossimo campo di battaglia per l’accordo, che deve essere ratificato dai deputati. I socialisti hanno già annunciato che si opporranno all’intesa, definendola sbilanciata e ingiustificata. Esprimendo preoccupazione per il rischio di una bocciatura dell’accordo, il gruppo socialista ha affermato che, sebbene un dazio del 15% sia un miglioramento rispetto al 30%, rimane comunque un’imposta inaccettabile per i consumatori e le imprese europee. L’eurodeputato Brando Benifei ha avvertito che cedere sotto pressione potrebbe incoraggiare ulteriori attacchi alla legislazione europea.

In Italia, il partito Azione, guidato da Carlo Calenda, ha criticato l’accordo, mentre la vicepresidente del Consiglio spagnolo ha bocciato l’intesa. Da parte francese, Jordan Bardella ha definito l’accordo umiliante per l’Unione Europea, mentre i giudizi positivi sono stati limitati e cauti.

I dettagli dell’accordo sui dazi

Il nuovo dazio del 15% entrerà in vigore il 1° agosto 2025 e interesserà circa il 70% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, per un valore di circa 380 miliardi di euro. Le eccezioni riguardano settori come l’acciaio e l’alluminio, che attualmente subiscono un dazio del 50%. L’accordo prevede anche l’introduzione di un sistema di quote tariffarie legate ai livelli storici degli scambi commerciali.

Inoltre, alcuni prodotti strategici, come aeromobili e macchinari per semiconduttori, saranno soggetti a “dazi zero per zero”. Le negoziazioni continuano riguardo a vino e liquori, mentre farmaci e semiconduttori sono attualmente esenti da dazi. Le contromisure della UE dovrebbero essere sospese dal 4 agosto, ma con la possibilità di ripristinarle se necessario.

×