Con una manovra inaspettata, ma già accennata in precedenti occasioni, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha comunicato la riduzione dell’ultimatum alla Russia da 50 a 10-12 giorni. Questa decisione, annunciata il 28 luglio 2025, richiede a Mosca di trovare un accordo per la pace con l’Ucraina prima che Washington imponga sanzioni secondarie. Trump ha espresso la sua frustrazione nei confronti di Vladimir Putin, dichiarando di non avere più interesse a un dialogo con il leader russo.
Reazioni a Washington e Mosca
La reazione di Andriy Yermak, consigliere presidenziale ucraino, è stata immediata. Yermak ha elogiato Trump per il suo messaggio di pace, sottolineando che quando gli Stati Uniti mostrano determinazione, gli altri Paesi si prendono una pausa per riflettere. Dall’altra parte, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha risposto con toni allarmistici, avvertendo che l’ultimatum di Trump potrebbe innescare un conflitto non solo tra Russia e Ucraina, ma anche con gli Stati Uniti stessi. Medvedev ha affermato che ogni nuova minaccia rappresenta un passo verso un confronto diretto.
Il colloquio con il premier britannico
Trump ha lanciato il suo ultimatum al termine di un incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer in Scozia. Durante il colloquio, il presidente americano ha rivelato di aver sperato in diverse occasioni di raggiungere una soluzione per il conflitto in Ucraina. Tuttavia, ha denunciato i continui attacchi russi, come i bombardamenti su Kiev, che hanno causato vittime innocenti. Questo ultimatum, che replica una precedente minaccia del 14 luglio, prevede sanzioni severe per Mosca se non si raggiunge un accordo entro il termine stabilito. La Casa Bianca ha chiarito che le sanzioni riguarderebbero anche i Paesi che continuano a importare petrolio russo, con Cina e India tra i principali destinatari.
Le richieste della Russia e la situazione in Ucraina
Nonostante le pressioni internazionali, la Russia continua a mantenere posizioni rigide. Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha affermato che le richieste di Mosca per porre fine al conflitto sono chiare e non negoziabili. Queste includono la richiesta che l’Ucraina rinunci all’adesione alla NATO e il riconoscimento delle regioni occupate, come Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea, come parte integrante della Russia.
La situazione sul campo e l’intensificazione dei conflitti
Nella regione di Donetsk, il ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista di altri due villaggi, evidenziando un avanzamento costante. Tuttavia, le autorità ucraine segnalano un aumento delle vittime civili, con 13 feriti in un attacco a Kiev, tra cui due bambini. Le operazioni militari continuano a intensificarsi, con bombardamenti notturni che colpiscono infrastrutture strategiche.
Attacco hacker contro Aeroflot
In un altro sviluppo, la compagnia aerea russa Aeroflot ha subito un attacco informatico che ha costretto alla cancellazione di oltre 50 voli. La Procura generale ha avviato un’inchiesta per accesso non autorizzato ai dati della compagnia. L’attacco, rivendicato da gruppi di hacker ucraini e bielorussi, ha portato a una compromissione totale del sistema informatico di Aeroflot, come confermato da fonti interne.
Questi eventi segnano una fase di crescente tensione tra le potenze mondiali, mentre la comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi in corso.