Afghanistan, donne in viaggio: guide e turiste sfidano le restrizioni

Veronica Robinson

Luglio 30, 2025

Un gruppo di turiste ha visitato il Museo Nazionale di Kabul il 15 gennaio 2025, guidato da Somaya Moniry, una giovane donna di 24 anni. In un contesto in cui le donne afghane affrontano alcune delle restrizioni più severe a livello globale, la presenza di Somaya come guida turistica rappresenta un atto di coraggio e una sfida significativa. La giovane ha scoperto questa professione per caso, cercando online opportunità per migliorare le sue competenze linguistiche in inglese. Questo incontro fortuito con i turisti stranieri ha acceso in lei il desiderio di esplorare e condividere la bellezza del suo Paese, spesso oscurata da pregiudizi e stereotipi.

La visione di somaya

“L’Afghanistan ha tanti problemi, ma anche un’altra faccia”, afferma Somaya, sottolineando il suo intento di cambiare, passo dopo passo, la percezione errata che il mondo ha del suo Paese. Tra le partecipanti al tour c’è anche Suzanne Sandral, un’ottantaduenne australiana che ha coltivato il sogno di visitare l’Afghanistan sin dagli anni ’60. La sua presenza, insieme a quella di altri turisti, testimonia come, sebbene il numero di visitatori stranieri rimanga limitato, ci sia un crescente interesse verso questa terra fragile ma affascinante.

Il turismo in afghanistan

Il governo talebano, nonostante le sue politiche restrittive, ha iniziato a incoraggiare il turismo, facilitando l’ottenimento dei visti e promuovendo voli internazionali. Questa strategia mira a presentare un’immagine diversa dell’Afghanistan, una nazione che, oltre alle sue difficoltà, possiede una ricca storia e una cultura vibrante. Le esperienze di turisti come Suzanne e la determinazione di guide come Somaya contribuiscono a costruire un nuovo racconto, lontano dagli stereotipi consolidati. La speranza è che, attraverso il turismo, si possa avviare un dialogo e una comprensione reciproca, essenziali per il futuro del Paese.

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