Dopo la Francia, il Regno Unito riconosce lo Stato di Palestina: oltre 60mila vittime

Veronica Robinson

Luglio 30, 2025

Il tragico omicidio del professore Odeh Hadalin, noto per il suo contributo al documentario vincitore dell’Oscar “No Other Land“, ha scosso la comunità internazionale. L’incidente, avvenuto in Cisgiordania, ha portato a violenti scontri tra coloni israeliani e palestinesi, culminando con l’intervento dell’esercito israeliano durante i funerali dell’attivista. La situazione si complica ulteriormente con le recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump, che ha smentito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, affermando che la crisi umanitaria a Gaza è reale e profonda. Intanto, il premier palestinese ha presentato all’Onu le sue richieste di pace, chiedendo la fine dell’occupazione e la creazione di due Stati.

La federazione della stampa chiede azioni concrete per Gaza

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha lanciato un appello urgente al governo italiano, esprimendo solidarietà ai civili di Gaza e ai giornalisti che continuano a documentare la crisi. La segretaria generale Alessandra Costante ha sottolineato che l’attuale situazione a Gaza è il risultato di una decisione politica, con la fame utilizzata come arma contro la popolazione. Costante ha evidenziato che i bambini muoiono di malnutrizione e che gli ospedali sono in crisi, con i convogli umanitari bloccati. La Federazione internazionale dei giornalisti ha confermato che almeno 187 operatori dei media sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, evidenziando la grave minaccia alla libertà di espressione e al diritto all’informazione.

Arresto di un colono per l’omicidio di Odeh Hadalin

Il colono israeliano Yinon Levi è stato posto agli arresti domiciliari da un tribunale di Gerusalemme dopo aver ucciso l’attivista palestinese Odeh Hadalin. L’incidente è avvenuto in un contesto di tensione, con la polizia che ha riferito di un attacco di palestinesi contro veicoli civili. Levi è accusato di omicidio colposo e uso illegale di arma da fuoco. La situazione è aggravata dalla detenzione di quattro palestinesi e due volontari stranieri, arrestati dopo l’episodio. Il co-regista del documentario, Yuval Abraham, ha denunciato la disparità di trattamento tra il colono e le vittime, evidenziando un sistema giuridico che punisce i palestinesi mentre protegge i coloni.

Irrompe l’esercito israeliano ai funerali di Odeh Hadalin

Durante il funerale di Odeh Hadalin, l’esercito israeliano ha fatto irruzione, arrestando attivisti e bloccando l’accesso al corteo funebre. Hadalin, attivista per i diritti palestinesi, era stato ucciso mentre cercava di proteggere le terre palestinesi da demolizioni. Testimoni hanno riferito di violenze da parte dei soldati contro i partecipanti al funerale, mentre l’area è stata dichiarata zona militare chiusa. La repressione ha suscitato indignazione tra i gruppi per i diritti umani e ha messo in luce la crescente tensione nella Cisgiordania occupata.

Proposta dell’ue per sospendere i fondi a Israele

La Commissione Europea ha avanzato una proposta per sospendere parzialmente la partecipazione di Israele al programma Horizon Europe, in risposta alle violazioni dei diritti umani. La misura mira a bloccare l’accesso ai fondi per le imprese e i centri di ricerca israeliani, sottolineando la necessità di un cambiamento nelle politiche israeliane riguardo alla crisi umanitaria a Gaza. La proposta si basa su un accordo che prevede misure appropriate in caso di violazioni, e Bruxelles si aspetta un’evoluzione positiva da parte di Israele, in particolare per quanto riguarda l’accesso umanitario a Gaza.

Il regno unito pronto a riconoscere lo Stato palestinese

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato che il Regno Unito riconoscerà lo Stato palestinese a settembre, a meno che Israele non prenda misure concrete per alleviare la crisi a Gaza. Starmer ha sottolineato l’importanza di un cessate-il-fuoco e di un impegno per una soluzione a due Stati. Questo sviluppo potrebbe segnare un cambiamento significativo nella politica estera britannica e influenzare le dinamiche del conflitto israelo-palestinese a livello internazionale.

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