Il caldo può davvero alleviare il dolore? Scopri quando è un rimedio utile e quando può essere rischioso

Veronica Robinson

Luglio 30, 2025

Nel pieno di una giornata estiva, con il termometro che segna 35 gradi all’ombra, c’è chi scopre con sorpresa che quel fastidio alla schiena o alle articolazioni che lo tormentava da giorni sembra essersi attenuato. Non si tratta di suggestione o di una coincidenza: il calore può agire da vero e proprio alleato nella gestione di alcune forme di dolore, specie quando legato alla muscolatura o al sistema osteoarticolare. Tuttavia, quando il caldo diventa eccessivo e l’umidità si alza, questo beneficio naturale può trasformarsi in un rischio concreto, capace di aggravare la situazione fisica invece di migliorarla.

Perché il calore può ridurre il dolore muscolare e articolare

Durante i mesi più caldi, chi soffre di artrosi, tensioni muscolari o rigidità articolare tende a sentirsi meglio. Il motivo è fisiologico: il calore favorisce la vasodilatazione, aumenta l’ossigenazione dei tessuti e aiuta a rilassare la muscolatura, riducendo le contratture. Il corpo si muove con maggiore fluidità e si avverte meno rigidità, in particolare al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività.

Inoltre, d’estate è più facile dedicarsi ad attività fisiche leggere che contribuiscono al benessere articolare, come il nuoto o la camminata in acqua. L’ambiente acquatico è infatti un’ottima soluzione per alleviare i dolori: l’acqua riduce il carico sulle articolazioni, rende i movimenti più dolci e meno traumatici, facilitando così il recupero in chi soffre di dolori cronici o infiammazioni non acute.

Chi soffre di osteopatia degenerativa o di dolori diffusi causati da sedentarietà può notare una sensibile differenza tra i mesi freddi e quelli caldi, trovando proprio nell’estate una sorta di “pausa” dai dolori quotidiani. Ma questo non vale per tutti, e non sempre è una buona idea aggiungere ulteriori fonti di calore all’ambiente esterno.

Quando il caldo diventa un rischio: errori da evitare e segnali da non ignorare

Se è vero che il calore moderato ha effetti benefici, è altrettanto vero che l’esposizione eccessiva al caldo può causare danni, anche gravi. In particolare, i soggetti più a rischio sono anziani, bambini, persone con problemi cardiovascolari o cronici. In queste categorie, l’uso improprio del calore può portare a ipotensione, disidratazione, malessere generale e nei casi peggiori a colpi di calore.

Usare cerotti riscaldanti, fasce elettriche, termocoperte o persino saune quando fuori ci sono oltre 30 gradi è sconsigliato, a meno che non si rispettino alcune regole di base: evitare le ore centrali della giornata, non superare i 15 minuti per ogni sessione, proteggere sempre la pelle con un tessuto tra il corpo e la fonte di calore, e interrompere immediatamente il trattamento in caso di vertigini, sudorazione eccessiva o senso di nausea.

Attenzione anche alla tentazione di esporre parti dolenti al sole diretto: il calore naturale del sole non è gestibile come una fonte artificiale controllata e può facilmente provocare ustioni, infiammazioni o reazioni cutanee. Inoltre, nelle zone colpite da traumi, infezioni o infiammazioni acute, il calore è controindicato: può aumentare l’afflusso di sangue e peggiorare la situazione, ritardando il recupero.

Il freddo resta utile anche d’estate: quando scegliere ghiaccio e impacchi refrigeranti

Nonostante la stagione inviti a ricercare sollievo nel caldo, è importante ricordare che il freddo ha ancora un ruolo fondamentale nel trattamento del dolore. In presenza di infortuni recenti, gonfiori evidenti o infiammazioni attive, applicare calore è un errore. Serve invece ridurre la temperatura della zona colpita con ghiaccio o impacchi freddi, che agiscono restringendo i vasi sanguigni e limitando la risposta infiammatoria.

Dopo una distorsione, un intervento chirurgico, una tendinite acuta o un mal di testa pulsante, il ghiaccio si conferma una delle prime soluzioni consigliate. Aiuta a ridurre il dolore, contenere il gonfiore e riportare la zona a uno stato più stabile. Anche nei casi di dolore neuropatico o cefalee muscolotensive, il freddo può offrire una risposta efficace, soprattutto quando applicato correttamente e per tempi limitati.

Chi desidera alternare caldo e freddo, ad esempio per trattare dolori lombari ricorrenti o per recuperare dopo un’attività fisica intensa, dovrebbe farlo sempre con cautela, valutando il proprio stato di salute generale e consultando un medico se i sintomi persistono o si aggravano.

Conoscere il proprio corpo per scegliere il rimedio giusto

Il calore è una risorsa preziosa quando usato con consapevolezza. In estate, la tentazione di sfruttarlo in modo eccessivo è forte, ma è proprio in questi mesi che bisogna fare attenzione. Il segreto sta nel saper ascoltare il proprio corpo, distinguere tra rigidità cronica e infiammazione acuta, tra dolore da tensione e dolore post-traumatico. Ogni dolore ha una causa e ogni trattamento ha i suoi limiti.

Sapere quando il caldo fa bene e quando è il momento di raffreddare la zona dolente può fare la differenza tra un’estate serena e una complicazione evitabile. Per chi convive con dolori muscolari, articolari o infiammatori, l’equilibrio termico è una strategia terapeutica, non un dettaglio da trascurare. Sfruttarlo nel modo corretto, anche nei mesi più caldi, è il primo passo verso un benessere più consapevole e duraturo.

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