Iran: un’opportunità di dialogo e cambiamento, presentata alla Camera

Rosita Ponti

Luglio 31, 2025

Il 15 gennaio 2025, la Sala Regina della Camera dei Deputati ha ospitato un convegno di rilevanza internazionale intitolato “Il futuro dell’Iran tra dialogo e geopolitica”, organizzato da Fratelli d’Italia. Questo evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle sfide geopolitiche che coinvolgono la Repubblica Islamica dell’Iran, un Paese che in passato era noto come Persia, e sulle prospettive di dialogo e cambiamento che potrebbero influenzare la sua evoluzione.

Relatori di spicco al convegno

Numerosi relatori di spicco hanno partecipato al convegno, tra cui Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana; Charles Michel, ex Presidente del Consiglio Europeo; e Linda Chavez, già direttrice dell’Ufficio per le Relazioni Pubbliche della Casa Bianca. Maryam Rajavi, originaria di Teheran e attiva nella lotta contro il regime khomeinista, vive a Parigi dal momento dell’instaurazione della rivoluzione.

Crisi profonda in Iran

La Repubblica Islamica dell’Iran si trova attualmente in una fase di crisi profonda, sia interna che esterna. Da tempo in conflitto con Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, l’Iran è coinvolto in una “guerra ibrida” che si estende dalla Striscia di Gaza fino a Libano e Siria, Paesi che sono stati storicamente alleati dell’Iran ma che ora affrontano gravi difficoltà. La guerra, iniziata il 7 ottobre 2023, ha cambiato radicalmente il panorama geopolitico della regione.

Il MEK e la diaspora iraniana

Il MEK, un’organizzazione politica contraria alla Rivoluzione khomeinista, opera principalmente al di fuori dell’Iran, con basi in Francia e Albania. Tuttavia, la diaspora iraniana, che conta circa 8 milioni di persone, è caratterizzata da forti divisioni. La guerra con l’Iraq ha rappresentato un tema particolarmente delicato per molti iraniani. Il 1988, anno del massacro di prigionieri politici, ha segnato un momento cruciale, con la maggior parte delle vittime affiliate al PMOI. Il passato di ostaggi, come i 444 giorni di crisi nell’ambasciata americana a Teheran, rimane impresso nella memoria collettiva.

Malcontento popolare e proteste

La situazione attuale in Iran è segnata da un crescente malcontento popolare. La protesta “Donna Vita Libertà“, scaturita nel settembre 2022, ha messo in evidenza le tensioni legate all’imposizione del velo obbligatorio, spingendo molti cittadini, tra cui giovani e studenti, a scendere in piazza. Le manifestazioni sono state represse con violenza, ordinata dagli ayatollah e attuata dai pasdaran, una forza di sicurezza con oltre 250.000 membri al servizio della Guida Suprema Ali Khamenei.

Rievocazione del movimento verde

La recente storia di proteste ha rievocato il movimento verde del 2009, con un bilancio tragico di quasi 600 morti e oltre 20.000 arresti, in seguito alla morte di Mahsa Amini, una studentessa curdo-iraniana. Sebbene le manifestazioni siano attualmente attenuate, numerose donne continuano a sfidare il regime mostrando i capelli in pubblico.

Il nucleare iraniano e il dialogo

Un altro tema cruciale è quello del nucleare iraniano. La recente guerra di 12 giorni tra Stati Uniti, Israele e Iran ha rivelato la complessità del dialogo sulla proliferazione dell’uranio. L’Iran ha chiesto di arricchire l’uranio per scopi civili, ma la comunità internazionale rimane scettica. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), prima dei bombardamenti americani, l’Iran era in grado di arricchire l’uranio fino al 60%.

Proposta di transizione democratica

Durante il convegno, è emersa una proposta alternativa che rifiuta sia la guerra sia la sottomissione alla dittatura, promuovendo invece un “rovesciamento del regime” in favore di una transizione democratica e pacifica. Il regime iraniano continua a reprimere ogni forma di opposizione, con una pena di morte che continua a mietere vittime. Solo nel mese precedente, 81 prigionieri sono stati giustiziati, un dato allarmante che conferma l’Iran come uno dei Paesi con il più alto tasso di esecuzioni al mondo, un tema costantemente monitorato da Amnesty International.

Richiesta di sostegno per il popolo iraniano

Charles Michel ha sottolineato l’importanza di onorare la memoria di oltre 100.000 iraniani che hanno sacrificato la vita per la libertà, esortando i governi a sostenere il popolo iraniano nella sua lotta per un cambiamento. Tra le opzioni per un possibile futuro alternativo, è stato menzionato il principe Ciro Reza Pahlavi, figlio dello scià Pahlavi, ma la sua figura suscita anche resistenze significative tra coloro che si oppongono al ritorno della monarchia.

Diritti umani e posizione dell’Italia

Infine, il Senatore Giulio Terzi ha esortato l’Italia e l’Europa a opporsi alle violazioni dei diritti umani in Iran, richiamando l’attenzione sulla posizione del governo italiano contro la pena di morte.

×