La situazione relativa al virus West Nile in Italia continua a destare preoccupazione. Nel 2025, il numero dei contagi è in aumento e il bilancio delle vittime è tragicamente cresciuto, con un totale di nove decessi dall’inizio dell’anno, gli ultimi due registrati nella giornata di ieri. Le stime indicano che ci sono almeno 10.000 infezioni sul territorio nazionale, la maggior parte delle quali si presenta in forma asintomatica. Si prevede che il picco dei casi possa verificarsi dopo Ferragosto, ma l’imprevedibilità del virus, trasmesso dalle comuni zanzare Culex, alimenta ulteriori timori.
Ultime vittime in Campania
Le ultime due vittime del virus, un uomo di 73 anni e un 76enne, sono decedute nel Casertano. Il primo era ricoverato in un ospedale del capoluogo, mentre il secondo era ospite di una residenza sanitaria a Grazzanise. Con questi decessi, il numero delle vittime in Campania sale a quattro, mentre in tutta Italia si contano nove morti. La prima vittima, proveniente da Maddaloni, presentava già malattie pregresse e un quadro clinico complicato, così come l’altra vittima. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, risalente alla settimana scorsa, erano stati confermati 31 casi, principalmente concentrati tra Lazio e Campania. Tuttavia, il numero delle infezioni confermate è aumentato notevolmente in pochi giorni. Oggi, sono stati registrati due nuovi casi in Lombardia, coinvolgendo una donna di 38 anni a Milano e una di 66 anni a Pavia, con quest’ultima attualmente ricoverata. In Campania, sono stati segnalati ulteriori due casi di positività, con uno dei pazienti in condizioni gravi. A L’Aquila, è in corso un’indagine su un caso sospetto.
Misure di sicurezza per le donazioni di sangue
Nelle province italiane in cui è stata accertata la presenza del virus, vengono effettuati test specifici sulle sacche di sangue donate. Nelle altre regioni, dove il virus non è stato rilevato, i donatori che hanno soggiornato in aree a rischio devono astenersi dalla donazione per 28 giorni. Le istituzioni, tuttavia, cercano di rassicurare la popolazione. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha dichiarato che non c’è emergenza legata al virus, ma ha espresso preoccupazione per l’operato dei dirigenti del Ministero della Salute. Anche il direttore generale del Welfare della Regione Lombardia, Mario Melazzini, ha affermato che la situazione è sotto controllo e che i cittadini possono stare tranquilli.
Il monitoraggio dei casi e delle infezioni
Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar, ha stimato che attualmente ci siano almeno 10.000 infezioni da virus West Nile in Italia, la maggior parte delle quali asintomatiche. Questa stima si basa sul numero di decessi registrati nel 2025. L’esperto ha avvertito che le infezioni potrebbero aumentare, ma è difficile prevedere l’andamento del virus, che si comporta in modo imprevedibile. Rimangono fondamentali la sorveglianza e il monitoraggio, poiché un aumento dei casi potrebbe portare a un incremento sia dei casi gravi di neuro-encefalite che dei decessi. Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa, prevede un ulteriore aumento dei casi nelle prossime settimane, con un picco atteso tra la seconda e la terza settimana di agosto, seguito da una rapida diminuzione.
Per affrontare la situazione, la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha attivato una rete di ospedali sentinella su tutto il territorio nazionale per monitorare la febbre West Nile. Questa iniziativa mira a garantire una sorveglianza precoce e coordinata dei casi, contribuendo così alla sicurezza dei cittadini in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e nazionali. Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, ha sottolineato l’importanza di questa infrastruttura di monitoraggio, che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19.