Un tragico episodio ha scosso la comunità di Gemona del Friuli, dove una donna di 61 anni, Lorena Venier, ha confessato di aver ucciso suo figlio Alessandro, di 35 anni. La confessione è avvenuta nel corso di un’interrogazione da parte del pubblico ministero, il 31 luglio 2025, e ha portato all’arresto della madre e della compagna di Alessandro, attualmente in cura per depressione post-partum. Questo drammatico evento ha attirato l’attenzione non solo per la gravità del crimine, ma anche per la presenza di una nipote di soli sei mesi, che ora si trova senza genitori.
Il racconto della difesa e le circostanze dell’omicidio
Giovanni De Nardo, avvocato difensore di Lorena Venier, ha rivelato che la sua assistita ha fornito una confessione dettagliata durante l’interrogatorio. “Ha risposto a tutte le domande e ha fornito un movente”, ha dichiarato De Nardo, senza però specificare ulteriori dettagli. Secondo la ricostruzione fornita dalla madre, il delitto sarebbe avvenuto venerdì 25 luglio 2025. L’avvocato ha descritto Lorena come una persona profondamente scossa e consapevole della gravità del suo gesto, definito “innaturale e mostruoso”.
La difesa ha sottolineato che molti aspetti della vicenda restano da chiarire, e che l’udienza di convalida dell’arresto è prevista per lunedì prossimo. De Nardo ha anche messo in evidenza le preoccupazioni di Lorena per il futuro della nipote, esprimendo il timore che la donna non potrà mai più rivedere la piccola. Questa situazione complessa ha sollevato interrogativi non solo sulla salute mentale della compagna di Alessandro, ma anche sulle dinamiche familiari che hanno portato a questo tragico epilogo.
Le conseguenze e le reazioni della comunità
La notizia dell’omicidio ha colpito profondamente la comunità di Gemona del Friuli, suscitando shock e incredulità. Molti residenti si sono detti sconvolti da un crimine così violento all’interno di una famiglia. Le autorità locali hanno avviato indagini per comprendere le motivazioni che hanno portato a questo tragico evento, mentre i servizi sociali si stanno mobilitando per garantire il benessere della nipote di sei mesi.
Il caso di Lorena Venier e della sua famiglia mette in evidenza l’importanza di affrontare temi delicati come la salute mentale e le difficoltà legate alla maternità. Gli esperti avvertono che la depressione post-partum può avere conseguenze devastanti non solo per la madre, ma anche per i membri della famiglia. La comunità si trova ora di fronte alla necessità di supportare le persone colpite da situazioni simili, affinché tragedie come questa possano essere evitate in futuro.