L’epidemiologo Gianni Rezza ha recentemente segnalato un importante evento sanitario avvenuto il 2 agosto 2025 in Veneto, precisamente nel Vicentino. È stato diagnosticato un caso di Dengue autoctona, riguardante un uomo di 53 anni residente a Brendola, il quale non ha effettuato viaggi recenti in aree dove la malattia è endemica. La diagnosi è stata effettuata dall’Unità operativa di Malattie infettive e tropicali dell’azienda Ulss 8 Berica. Questo caso rappresenta un cambiamento significativo, poiché fino ad ora tutti i casi di Dengue registrati nel corso dell’anno erano stati associati a viaggi in regioni colpite dalla malattia. La Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha evidenziato che questo nuovo caso potrebbe essere collegato all’aumento dei viaggi internazionali durante la stagione estiva e al clima favorevole alla proliferazione della zanzara tigre, nota scientificamente come Aedes albopictus.
Misure di sorveglianza e prevenzione in Veneto
Le autorità sanitarie venete, in collaborazione con l’Ulss 8 e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, hanno attivato immediatamente misure di sorveglianza per affrontare questa nuova situazione. Le azioni intraprese includono un’indagine epidemiologica approfondita per identificare possibili esposizioni a rischio, un monitoraggio attento delle zanzare, e l’avvio di procedure di disinfestazione straordinaria. Inoltre, è prevista una sorveglianza sanitaria per le persone che potrebbero essere state esposte al virus. Le autorità hanno anche pianificato un potenziamento della sorveglianza sindromica presso i pronto soccorso per garantire una risposta tempestiva a eventuali nuovi casi.
Queste misure sono fondamentali per prevenire la diffusione della malattia e garantire la sicurezza della popolazione. La zanzara tigre, responsabile della trasmissione della Dengue, è presente in Italia da diversi anni, e la sua proliferazione è stata favorita dalle condizioni climatiche degli ultimi tempi. La situazione richiede un’attenzione costante da parte delle autorità sanitarie, poiché la comparsa di casi autoctoni può rappresentare un cambiamento nel panorama epidemiologico della regione.
Situazione del virus West Nile in Italia
Nella stessa giornata, Gianni Rezza ha fornito aggiornamenti sulla situazione del virus West Nile in Italia, con particolare riferimento al Lazio. Il 1 agosto 2025 sono stati registrati 12 nuovi casi, di cui 9 presentavano febbre e 3 sintomi neurologici. Questo porta il totale a 73 casi di infezione nella regione dall’inizio dell’anno, inclusi 3 decessi. La comparsa del caso di Dengue in Veneto si aggiunge ai 3 casi già segnalati a Bologna e ai 2 casi di Chikungunya riscontrati in Emilia-Romagna.
Rezza ha sottolineato che, sebbene questi casi siano considerati sporadici e non correlati geograficamente, è essenziale mantenere alta l’attenzione. Entrambe le malattie, Dengue e Chikungunya, sono trasmesse da zanzare tigre, che sono state introdotte in Italia negli anni ’90. Fino ad ora, non sono stati segnalati focolai di grande entità simili a quelli verificatisi nelle Marche nel 2024. La continua identificazione di casi isolati suggerisce un miglioramento del sistema di diagnosi precoce.
L’epidemiologo ha avvertito che il ritorno di una persona infetta da una zona endemica, seguita da una puntura da parte di una zanzara tigre, potrebbe avviare catene di trasmissione del virus. Con l’estate ancora in corso, è possibile che si verifichino ulteriori episodi. È quindi cruciale effettuare diagnosi tempestive e attuare interventi di disinfestazione per contenere eventuali focolai e ridurre il rischio di diffusione più ampia.