Omicidio a Gemona: la madre ricorda la nuora come una figlia mai avuta

Rosita Ponti

Agosto 2, 2025

“Mailyn è la figlia che non ho mai avuto”. Queste le parole pronunciate da Lorena Venier, l’infermiera di Gemona (Udine), durante le indagini riguardanti l’omicidio del figlio Alessandro Venier, di 35 anni, avvenuto in circostanze tragiche. Lorena, insieme alla compagna di Alessandro, la cittadina colombiana Mailyn Castro Monsalvo, ha confessato di aver ucciso e smembrato l’uomo. L’avvocato difensore di Lorena, Giovanni De Nardo, ha suggerito che il legame tra madre e nuora potesse spiegare le motivazioni dietro a questo crimine, senza però entrare nei dettagli, riservati al segreto istruttorio.

Il viaggio verso la Colombia

L’omicidio di Alessandro è avvenuto poco prima della sua partenza per la Colombia, destinazione scelta per iniziare una nuova vita con Mailyn e la loro bambina di sei mesi. Questa decisione ha sollevato tensioni, poiché né MailynLorena sembravano favorevoli a tale cambiamento. Mailyn, in particolare, si opponeva all’idea di tornare nel suo Paese d’origine, mentre Lorena non voleva separarsi dalla nipotina, con la quale aveva costruito un legame profondo. La situazione familiare è quindi diventata sempre più complessa, alimentando conflitti e malintesi.

Alessandro, un onere per le due donne?

La dinamica tra Lorena e Mailyn è stata ulteriormente influenzata dalla percezione di Alessandro come un peso per entrambe. L’uomo, infatti, non aveva mai avuto un’occupazione stabile e si arrangiava con lavori saltuari, una condizione che generava frustrazione e conflitti quotidiani all’interno della famiglia. Questa mancanza di stabilità economica ha contribuito a creare un clima di tensione, rendendo il rapporto tra le tre persone sempre più difficile. La solidarietà tra Lorena e Mailyn, quindi, non era solo frutto di legami affettivi, ma anche di una condivisione di difficoltà e disagi legati alla presenza di Alessandro nella loro vita.

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