Garlasco: il Pm di Pavia rivela che il Dna di ignoto è stato “contaminato” durante l’autopsia

Veronica Robinson

Agosto 12, 2025

Un aggiornamento significativo emerge nel caso di Garlasco, riguardante il misterioso DNA di un individuo non identificato, il quale è stato dichiarato “involontariamente contaminato durante l’autopsia”. La notizia è stata comunicata dal Procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, in un documento che riporta i risultati di una consulenza condotta dai professori e genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani. Questi esperti hanno esaminato il “profilo genetico” rinvenuto su una garza utilizzata dal medico legale dell’epoca, il dottor Ballardini, per prelevare “materiale biologico dalla bocca della vittima”, Chiara Poggi.

Il caso, che ha riacquistato visibilità nelle cronache recenti, si avvicina al suo diciottesimo anniversario. Le indagini da parte della procura continuano, mentre nuovi dubbi e ipotesi si accumulano, alimentando un clima di incertezza. La riapertura del tribunale è prevista per settembre, e nel frattempo, Alberto Stasi, attualmente in carcere, rimane il principale accusato dell’omicidio di Chiara Poggi, condannato da una sentenza d’appello che ha sovvertito due precedenti assoluzioni.

Il DNA e la contaminazione involontaria

Il DNA maschile rinvenuto nella bocca di Chiara Poggi è stato attribuito a una “contaminazione involontaria” avvenuta durante l’autopsia, effettuata il 13 agosto 2007. La consulenza dei genetisti ha rivelato una “concordanza” tra il profilo genetico e un cadavere sottoposto ad autopsia in un periodo vicino a quello dell’omicidio. Questo nuovo sviluppo potrebbe avere implicazioni significative per il caso, poiché potrebbe mettere in discussione le prove utilizzate per la condanna di Stasi.

Le indagini, che si sono protratte nel tempo, hanno visto un continuo susseguirsi di analisi e perizie. La procura di Pavia ha disposto ulteriori verifiche per chiarire la provenienza del DNA e per escludere la possibilità di contaminazioni da parte di terzi. Gli esperti hanno esaminato i materiali biologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile che erano stati autopsi nello stesso periodo. La comparazione dei profili ha mostrato una “concordanza degli alleli” con il soggetto identificato tramite codice anonimo, suggerendo una potenziale origine del materiale biologico.

Le indagini e la condanna di Alberto Stasi

La sentenza che ha condannato Alberto Stasi si basa su diversi elementi chiave, tra cui l’analisi delle macchie di sangue trovate sulla scena del crimine. Secondo la Corte d’Assise d’appello, Chiara Poggi fu colpita all’ingresso della sua abitazione, trasportata lungo il corridoio e infine gettata giù dalle scale. Questi dettagli, emersi durante il processo, hanno contribuito a delineare una ricostruzione chiara degli eventi.

I giudici hanno sottolineato che Chiara aveva aperto la porta a una persona che conosceva bene, comportamento che suggerisce una certa confidenza. Nonostante ciò, l’aggressore l’ha colpita con violenza, evidenziando la natura intima del rapporto tra le due parti. La mancanza di segni di furto o violenza ha ulteriormente complicato la situazione, portando a considerare la possibilità che l’aggressore fosse qualcuno di fidato.

Le nuove indagini e i recenti sviluppi

Le indagini sul caso di Garlasco continuano a evolversi, con la procura di Pavia che ha disposto approfondimenti specifici in seguito alla scoperta del DNA. La decisione di eseguire ulteriori analisi è stata presa per garantire che ogni possibile contaminazione fosse esclusa, e per concentrare gli accertamenti su elementi già noti.

Il comunicato del Procuratore Napoleone ha chiarito che i genetisti coinvolti hanno comunicato la possibilità di contaminazione durante l’autopsia, suggerendo che ulteriori indagini potrebbero rivelare nuovi dettagli. La Procura ha anche incaricato la professoressa Cristina Cattaneo, esperta in antropologia e medicina legale, di fornire un’ulteriore valutazione sui dati raccolti.

Il caso continua ad attrarre l’attenzione dei media e del pubblico, con nuovi sviluppi e indagini che promettono di mantenere alta la tensione e l’interesse attorno a una delle vicende giudiziarie più complesse e discusse degli ultimi anni in Italia.

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