Il San Camillo Forlanini di Roma si distingue come il primo ospedale nel Lazio a implementare la terapia oncologica con radiometabolica al Lutezio-177 in regime di day hospital, specificamente per i tumori neuroendocrini. Questa innovativa opzione terapeutica, resa possibile grazie a un nuovo protocollo di radioprotezione e a una normativa nazionale aggiornata, offre ai pazienti in fase avanzata di malattia la possibilità di migliorare la propria sopravvivenza e qualità della vita senza la necessità di un ricovero prolungato.
Il protocollo di trattamento e l’équipe multidisciplinare
Roberto Baldelli, direttore della UOSD di Endocrinologia, sottolinea che i pazienti candidati alla terapia radiometabolica sono quelli che non hanno risposto ai trattamenti di prima linea. Ogni caso viene attentamente esaminato da un’équipe multidisciplinare che include oncologi, chirurghi, endocrinologi, medici nucleari, radioterapisti e radiologi. Questa sinergia professionale è fondamentale per definire il percorso terapeutico più adeguato. Baldelli evidenzia come la disponibilità del Lu-177 abbia eliminato il problema della migrazione dei pazienti verso altre strutture sanitarie, garantendo un trattamento più efficace e diretto.
Il trattamento in day hospital, che si svolge in un’area protetta, ha una durata complessiva di sei ore. Nella fase iniziale, vengono infusi amminoacidi per proteggere la funzione renale, poiché il farmaco viene principalmente eliminato attraverso i reni. La somministrazione del radiofarmaco avviene nella seconda fase e dura circa 25-30 minuti, eseguita dall’équipe di Medicina Nucleare con il supporto dei Fisici Sanitari. Un attento monitoraggio della somministrazione consente di adattare le misure di radioprotezione alle esigenze specifiche di ciascun paziente, garantendo la massima sicurezza.
Monitoraggio e sicurezza post-trattamento
Dopo ogni ciclo di somministrazione, la distribuzione corporea del radiofarmaco e l’efficacia del trattamento vengono verificate mediante scintigrafie. Al termine della procedura, il paziente ha la possibilità di consumare un pasto leggero prima di tornare a casa. Guido Ventroni, direttore della UOC di Medicina Nucleare, spiega che il nuovo protocollo operativo e di radioprotezione consente di completare il trattamento in un’unica giornata, riducendo al contempo le complicazioni e lo stress per il paziente, oltre a diminuire significativamente i costi associati a una degenza ordinaria.
Le indicazioni più rilevanti per il paziente al rientro a casa riguardano la gestione delle urine radioattive e l’importanza di mantenere una distanza di sicurezza da familiari conviventi, in particolare da bambini e donne in gravidanza, per alcuni giorni. Da fine 2024 a oggi, cinque pazienti hanno già ricevuto il trattamento senza complicazioni, mentre altri tre sono in procinto di iniziare il ciclo di somministrazione, confermando l’efficacia e la sicurezza di questa nuova terapia.