Nascosto sotto le acque color smeraldo del Lago di Vagli, nel cuore montuoso della Garfagnana, giace un paese dimenticato dal tempo: Fabbriche di Careggine.
Non si tratta di una leggenda o di un set cinematografico, ma di un autentico borgo medievale, con case, strade, chiese e storie reali. Oggi vive sospeso sotto metri d’acqua, nel silenzio di un lago artificiale nato per produrre energia, ma ogni tanto — e in modo del tutto eccezionale — riemerge, tornando visibile come un’apparizione. Da decenni, questo fenomeno attrae turisti da tutta Europa, affascinati dalla possibilità di camminare tra le rovine vere di un villaggio sommerso.
Il mito racconta che “riemerga ogni dieci anni”, ma la realtà è molto più selettiva. Non esiste alcuna regola fissa: tutto dipende da valutazioni tecniche, piani idroelettrici e condizioni ambientali. Proprio questa sua rarità ne accresce il mistero, trasformando Fabbriche di Careggine in uno dei luoghi più evocativi d’Italia, capace di suscitare emozione, malinconia e meraviglia ogni volta che si mostra.
Dove si trova Fabbriche di Careggine e perché è finito sott’acqua
Fabbriche di Careggine si trova nel territorio comunale di Vagli Sotto, in provincia di Lucca, immerso nella selvaggia e suggestiva Garfagnana, una zona montuosa della Toscana nord-occidentale. Fino alla metà del Novecento, era un piccolo borgo abitato, con radici antiche e un’economia basata sulla pastorizia, l’agricoltura e soprattutto la lavorazione del ferro, attività che aveva dato identità e nome al paese: “fabbriche”.
Tra il 1941 e il 1953, in piena epoca di modernizzazione industriale, si decise di costruire una diga sul torrente Edron, affluente del Serchio, per creare un invaso destinato alla produzione di energia idroelettrica. Il progetto, realizzato dalla Società Idroelettrica dell’Appennino, prevedeva la costruzione della diga di Vagli, una struttura imponente alta circa 92 metri. Il risultato fu il Lago di Vagli, uno dei più grandi bacini artificiali della Toscana.
Per permettere l’allagamento, gli abitanti del borgo furono costretti ad abbandonare le proprie case. Alcuni si trasferirono nelle vicine frazioni, altri migrarono altrove. Le abitazioni, le chiese, il cimitero, il ponte e tutto il tessuto urbano rimasero lì, in attesa che l’acqua li sommergesse. E così accadde: il paese sparì sotto il livello del lago, diventando un villaggio sommerso, ma mai dimenticato.
Il mito dei dieci anni e le vere riemersioni
La leggenda secondo cui Fabbriche di Careggine “riemerge ogni dieci anni” è un’affermazione che si è diffusa negli anni attraverso passaparola, articoli e racconti turistici. In verità, questo non è mai stato un evento regolare. Il lago è stato svuotato solo quattro volte dal dopoguerra: nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994.
Ogni svuotamento è stato un’operazione complessa, decisa dalla società che gestisce la diga per motivi di manutenzione straordinaria. Quando il livello dell’acqua scende, servono settimane perché il villaggio riemerga del tutto, ma lo spettacolo che si offre agli occhi è qualcosa di irripetibile: un intero paese che torna a galla, come un’arcaica città perduta.
Dopo il 1994, l’ipotesi di un nuovo svuotamento è stata più volte annunciata e rinviata. Nel 2016 si parlava di una nuova riapertura del fondo del lago, poi rimandata. Nel 2022, nuova speranza. Infine, il caso è esploso nuovamente a inizio 2024, quando si vociferava che la riemersione sarebbe potuta avvenire in primavera. Ma ancora una volta, l’evento non si è verificato.
Non esistono certezze. Ogni “decennio” è solo una suggestione. L’unica realtà è che quando accadrà di nuovo, sarà un’occasione unica e irripetibile.
Cosa si vede quando Fabbriche di Careggine riaffiora
Quando il lago viene svuotato, il fondale si asciuga lentamente, lasciando spazio alle memorie. La prima cosa a emergere è la strada principale, ancora lastricata, seguita dalle case in pietra, alcune delle quali crollate parzialmente ma ancora riconoscibili. Poi si vede il campanile della chiesa di San Teodoro, in piedi come un segnale del tempo, e il piccolo cimitero, con le sue croci arrugginite e le lapidi inclinate.
Il ponte a tre arcate che collegava le due sponde del torrente ricompare, mentre i muri delle abitazioni, i cortili, le botteghe artigiane e le fontane ridisegnano il perimetro di un villaggio vivo solo nella memoria.
Camminare tra queste rovine è come entrare in una macchina del tempo. Non ci sono ricostruzioni o finzioni: tutto è autentico, come congelato in quell’ultimo momento prima dell’evacuazione.
Cosa fare oggi al Lago di Vagli se il borgo è ancora sommerso
Anche quando Fabbriche di Careggine è nascosto sotto l’acqua, il Lago di Vagli resta una meta ideale per un turismo lento e immersivo. La zona è ricca di sentieri escursionistici che offrono scorci panoramici sulle Alpi Apuane, perfetti per chi ama la natura e la fotografia.
Dal 2016 è stato inaugurato un suggestivo ponte tibetano, lungo oltre 100 metri, che permette di attraversare il lago sospesi nel vuoto, offrendo un’esperienza adrenalinica e una visuale privilegiata sull’invaso.
Nel territorio circostante si trovano borghi affascinanti come Vagli Sotto, Roggio e Campocatino, con agriturismi, trattorie locali e una cucina tipica garfagnina tutta da scoprire.
Consigli pratici per chi sogna di vedere il borgo riemergere
Monitora i canali ufficiali del Comune di Vagli Sotto, della Regione Toscana e della società che gestisce la diga (ENEL Green Power), per conoscere eventuali piani di svuotamento.
Non programmare viaggi sulla base di semplici articoli o voci di corridoio: lo svuotamento viene annunciato solo con largo anticipo e in modo ufficiale.
Anche senza la riemersione, il lago e i suoi dintorni rappresentano una meta perfetta per weekend all’insegna di natura, storia e tranquillità.
Fabbriche di Careggine è più di un borgo sommerso: è una memoria collettiva incastonata nell’acqua. È un simbolo della trasformazione del territorio italiano, della potenza delle scelte industriali e della resistenza silenziosa di un luogo che non vuole essere dimenticato.
Quando riemergerà di nuovo, sarà come vedere il passato risalire in superficie. Ma anche ora, invisibile, continua a raccontare la sua storia.