“Era lì davanti a me, poi non l’ho più visto”. Questa frase risuona nel cuore della madre di Carlo Panizzo, il bambino di sei anni annegato a Cavallino Treporti il 14 luglio 2025, e riassume il profondo dolore di una tragedia che nessuno può accettare. La donna aveva deciso di portare il figlio al mare per una breve gita estiva, in una giornata di sole che prometteva serenità . Tuttavia, quel momento di felicità si è trasformato in un incubo. Carlo stava giocando a pochi passi dalla riva, ma è scomparso in un attimo. La madre, accorgendosi della situazione, si è alzata di scatto e ha chiesto aiuto, dando vita a una straordinaria catena umana che si è attivata rapidamente. Purtroppo, per Carlo non c’è stato nulla da fare. Il suo corpo è stato rinvenuto solo nella notte, adagiato sul fondale, vicino ai frangiflutti. La tragedia ha scosso non solo Cavallino, ma anche la comunità di Roncade, dove il piccolo viveva con la famiglia. Sui social, si sono sollevate polemiche e accuse nei confronti della madre, con migliaia di utenti che l’hanno criticata per non aver vigilato a sufficienza. Un’ondata di commenti che mette in luce la complessità del dolore e solleva interrogativi sulla crudeltà del giudizio online.
Il racconto della madre: “Lo avevo sotto gli occhi”
Dana, la madre di Carlo, è sconvolta e fatica a comprendere l’accaduto. “Era lì davanti a me”, ha dichiarato al Corriere della Sera, “poi non l’ho più visto”. Seduta sulla spiaggia, era convinta che il figlio fosse al sicuro mentre giocava, come fanno tanti altri bambini. Tuttavia, nel tratto di mare di Ca’ Pasquali, dove il fondale scende dolcemente, si erano formate pericolose buche di risacca, accentuate dal vento del mattino. “Poteva essere ovunque – ha raccontato – e non ho sentito nemmeno un urlo”. La donna si è precipitata dai bagnini, gridando il nome del figlio e chiedendo aiuto. L’episodio è avvenuto intorno alle 16, ma nessuno dei bagnanti presenti si è accorto immediatamente della scomparsa del piccolo.
Le ricerche: centinaia in mare per salvare Carlo
La reazione sulla spiaggia è stata immediata. Andrea, uno dei bagnini in servizio, ha raccontato a La Repubblica di aver attivato il segnale di emergenza e di aver invitato i turisti a entrare in acqua. In pochi minuti, circa 600 persone si sono unite in una lunga catena umana, perlustrando il tratto di mare palmo a palmo. Sono intervenuti la Guardia Costiera, i vigili del fuoco, motovedette, elicotteri e unità specializzate. Nonostante l’imponente mobilitazione, Carlo è rimasto invisibile per ore. Le ricerche si sono estese anche sulla terraferma, nella speranza che il piccolo si fosse allontanato da solo. Con il passare del tempo, l’angoscia è aumentata, lasciando tutti in uno stato di apprensione crescente.
Il ritrovamento del corpo nella notte
Alle 2:45 della notte di martedì, il sonar dei sommozzatori dei vigili del fuoco ha rilevato una sagoma a circa 100 metri dalla riva, accanto al frangiflutti. Il comandante Carlo Metelli ha spiegato che il corpo del bambino si trovava a due metri di profondità , “adagiato sul fondale, non incastrato”. Nel frattempo, la madre era stata accompagnata a riposare in una casa messa a disposizione dal Comune. L’assessore Alberto Ballarin, presente sul luogo, ha commentato: “Sono ore di grande tristezza, la nostra comunità è fortemente scossa. La spiaggia è sorvegliata, ma questa tragedia dimostra quanto possa bastare un attimo per perdere il controllo”. Sulla spiaggia, candele accese e messaggi lasciati sui sassi del frangiflutti hanno formato un piccolo altare spontaneo, con peluche, conchiglie e disegni: un ultimo saluto al piccolo Carlo.
Le reazioni e il dolore di una comunità intera
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo conoscitivo senza indagati, un atto necessario per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Nel frattempo, le comunità di Roncade e Cavallino si uniscono attorno alla famiglia Panizzo. La reazione della rete è stata duplice: da un lato, una forte commozione e solidarietà , dall’altro, una valanga di commenti critici nei confronti della madre, accusata di negligenza. Un comportamento considerato inaccettabile da molti: “Non si può attaccare una madre che ha appena perso un figlio”, ha scritto una donna. Diverse mamme hanno condiviso esperienze simili, sottolineando come bastino pochi secondi per perdere di vista un bambino in spiaggia. Le autorità invitano alla prudenza e alla comprensione, sottolineando che il mare, anche nei giorni più sereni, può nascondere insidie invisibili. Il dolore non dovrebbe mai essere accompagnato da giudizi affrettati.