La Norvegia conferma: attacco informatico russo alla diga di Bremanger

Veronica Robinson

Agosto 14, 2025

Lo scorso aprile, la diga di Bremanger, situata in Norvegia, è stata al centro di un attacco informatico orchestrato da un gruppo di hacker russi. Questa informazione è stata ufficialmente confermata il 6 maggio 2025 dal Servizio di Sicurezza della Polizia Norvegese (PST), segnando la prima volta in cui Oslo ha attribuito un attacco di tale portata a Mosca.

Durante l’incursione, avvenuta il 7 aprile, gli hacker hanno preso il controllo di un sistema digitale che gestisce le valvole della diga, riuscendo ad aprire una chiusa e a rilasciare 500 litri di acqua al secondo per un periodo di quattro ore, prima che l’operazione fosse scoperta e bloccata. Fortunatamente, non ci sono stati feriti. La Norvegia, che si affida principalmente all’energia idroelettrica per la produzione di elettricità, ha già espresso preoccupazione per i potenziali attacchi alle sue infrastrutture energetiche.

Beate Gangaas, direttrice dell’agenzia di polizia di sicurezza, ha sottolineato che nell’ultimo anno si è osservato un aumento delle attività di attori informatici legati alla Russia. L’incidente di Bremanger è stato descritto come un esempio di tali attività, mirante a seminare paura e caos tra la popolazione.

La guerra ibrida e gli attacchi in Europa

L’Associated Press ha riportato che più di 70 eventi di disordini in tutta Europa sono stati attribuiti alla Russia, descritti dai funzionari occidentali come “sconsiderati”. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, le autorità hanno accusato la Russia e i suoi alleati di aver orchestrato numerosi attacchi, la maggior parte dei quali informatici, ma anche atti di vandalismo, incendi dolosi e spionaggio.

Dal 2023 a oggi, nel Mar Baltico si sono registrati almeno undici episodi di sabotaggio, tra cui il danneggiamento del gasdotto Baltic Connector tra Finlandia ed Estonia e la rottura di cavi sottomarini di telecomunicazioni, avvenuti il 8 ottobre 2023. Questi attacchi sono stati associati a navi russe e cinesi, con l’intento di destabilizzare infrastrutture vitali nella regione.

Minacce aeree e attività di intelligence

Le agenzie di intelligence europee stanno monitorando attentamente un complotto per inserire dispositivi incendiari in pacchi destinati a aerei cargo diretti in Nord America. Nel 2024, si sono verificati incidenti significativi, tra cui un pacco che ha preso fuoco in un centro di smistamento in Germania e un altro che è esploso in un magazzino in Inghilterra. La Transportation Security Administration degli Stati Uniti ha introdotto misure di sicurezza più severe per le spedizioni di merci dirette negli Stati Uniti in risposta a queste minacce.

Il capo dell’MI5, agenzia di intelligence interna britannica, ha evidenziato un “aumento impressionante” di tentativi di omicidio e sabotaggio sul territorio britannico, attribuendo la responsabilità alla Russia e all’Iran. Le indagini sulle minacce condotte dall’MI5 sono aumentate del 48% nell’ultimo anno, con Iran, Russia e Cina identificati come i principali colpevoli.

In Polonia, le autorità hanno arrestato quattro persone sospettate di essere coinvolte in un’operazione di sabotaggio legata a servizi segreti stranieri. L’ABW, l’Agenzia per la Sicurezza Interna polacca, ha segnalato un incremento di incidenti simili anche in altri Paesi membri dell’Unione Europea e della NATO, ritenendo che tali attacchi siano stati coordinati dai servizi segreti russi.

Il 22 maggio 2025, due jet polacchi hanno intercettato un bombardiere russo Su-34 nei pressi dello spazio aereo NATO sopra il Baltico, un episodio che evidenzia le crescenti tensioni nella regione.

Manipolazione dei flussi migratori come strumento di destabilizzazione

Un altro aspetto della guerra ibrida russa è la manipolazione dei flussi migratori, utilizzata come strategia per destabilizzare l’Europa. Questo approccio mira a creare crisi migratorie che possano indebolire la coesione politica tra i Paesi europei e ridurre il loro supporto all’Ucraina.

La Russia facilita l’accesso di migranti provenienti da Paesi terzi attraverso il proprio territorio, utilizzando visti ufficiali e collaborando con reti di contrabbando. Questa strategia ha portato a tensioni ai confini, in particolare tra Polonia e Bielorussia, e nei rapporti con Finlandia, Lituania ed Estonia.

La Commissione Europea ha riconosciuto questa minaccia e sta lavorando su misure legali e coordinate per contrastare l’uso della migrazione come arma geopolitica, supportando anche i Paesi di prima linea nella gestione dei flussi migratori e nel rimpatrio dei migranti coinvolti in queste operazioni.

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