Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, ha recentemente visitato il noto leader palestinese Marwan Barghouti, attualmente detenuto, generando un’ondata di polemiche. Durante la visita, avvenuta il 25 gennaio 2025, Ben Gvir ha condiviso un video sui social media in cui sembra deridere Barghouti. Questo episodio ha sollevato forti reazioni dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che ha definito l’azione una “provocazione”. La famiglia di Barghouti, esponente di spicco del movimento Fatah, ha denunciato le condizioni di detenzione dei palestinesi nelle carceri israeliane, sottolineando la brutalità con cui vengono trattati.
Nel filmato, Ben Gvir esprime frasi minacciose verso Barghouti, il quale appare visibilmente provato. “Non vincerete. Chiunque si metta nei guai con la nazione di Israele, chiunque uccida i nostri bambini e le nostre donne, lo spazzeremo via. Dovreste saperlo, questo è successo nel corso della storia”, afferma il ministro. Queste dichiarazioni hanno suscitato l’indignazione dei palestinesi e delle organizzazioni per i diritti umani.
Le reazioni all’episodio
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le immagini condivise da Ben Gvir sono le prime che ritraggono Barghouti dopo oltre dieci anni. La famiglia del detenuto sostiene che, a seguito dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, Barghouti sia stato messo in isolamento e abbia subito maltrattamenti da parte delle guardie carcerarie. Tali accuse sono state respinte dal Servizio Penitenziario Israeliano. Nel video, Barghouti cerca di rispondere a Ben Gvir, ma il filmato si interrompe prima che possa esprimere il suo pensiero.
Hussein al-Sheikh, vice di Abu Mazen, ha condannato l’episodio, definendolo “il colmo del terrorismo psicologico, morale e fisico praticato contro i prigionieri”. Ha sollecitato un intervento immediato da parte di organizzazioni internazionali per garantire la protezione dei detenuti palestinesi. Il ministero degli Esteri palestinese ha descritto l’episodio come “una provocazione senza precedenti e un atto di terrorismo di Stato organizzato”.
La campagna per la liberazione di Barghouti
Fadwa, la moglie di Barghouti, sta conducendo una campagna internazionale per ottenere la liberazione del marito. Ha dichiarato di non riuscire a riconoscere l’uomo nel video, esprimendo profonda preoccupazione per il suo stato di salute e le condizioni in cui vive. “Forse una parte di me non vuole ammettere tutto ciò che il tuo viso e il tuo corpo esprimono”, ha affermato Fadwa, aggiungendo che Marwan continua a essere perseguitato anche nella sua cella di isolamento, dove vive da due anni.
Barghouti, 66 anni, è stato incarcerato nel 2002 e condannato a cinque ergastoli per il suo ruolo nella pianificazione di attacchi che hanno causato la morte di cinque civili durante la seconda Intifada. Nonostante la sua popolarità tra i palestinesi e le richieste di liberazione, Israele ha sempre opposto resistenza a qualsiasi iniziativa in tal senso. La situazione continua a destare preoccupazione e a sollevare interrogativi sul trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.