Il deputato Gregory Meeks, figura prominente nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ha espresso forti critiche riguardo all’incontro bilaterale tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, avvenuto il 15 marzo 2025. Meeks ha definito questo incontro come una “ricompensa immeritata per Putin”, sottolineando la mancanza di pressione da parte di Trump nei confronti della Russia.
Critiche alla posizione di trump
Secondo Meeks, il presidente Trump avrebbe dovuto adottare una posizione più ferma, imponendo sanzioni severe contro la Russia e fornendo supporto all’Ucraina per contrastare l’aggressione russa. “Invece, stendendo letteralmente il tappeto rosso, Trump ha legittimato l’aggressione russa e insabbiato i crimini di guerra di Putin. È vergognoso”, ha dichiarato il deputato, evidenziando la gravità della situazione geopolitica attuale.
Reazioni da altri esponenti politici
Critiche simili sono arrivate anche da altri esponenti politici. Il senatore democratico dell’Arizona, Mark Kelly, ex pilota da combattimento della Marina, ha utilizzato il suo profilo su X per esprimere il suo disappunto riguardo al vertice ad alto rischio, sottolineando l’importanza di una risposta più decisa nei confronti delle azioni russe.
Commento del governatore della california
Anche il governatore della California, Gavin Newsom, ha commentato l’evento, evidenziando la mancanza di sostanza nella conferenza stampa congiunta. In un post su X, Newsom ha scritto in maiuscolo: “Trump è appena fuggito dal podio con Putin – nessuna domanda, niente! Completamente a corto di energie.” La sua affermazione ha messo in luce l’assenza di dialogo e di confronto diretto su temi cruciali.
Provocazione finale di newsom
Newsom ha poi concluso il suo messaggio con una provocazione: “Goditi il volo di ritorno, Donald – ora sei il problema di Putin. Io sono la soluzione per l’America”, esprimendo la sua visione di un approccio più incisivo per affrontare le sfide internazionali. La situazione attuale continua a sollevare interrogativi sulla direzione della politica estera americana e sulla capacità di affrontare le minacce globali.